di SERAFINA RITA ANANIA*
Ha ragione Sartori quando afferma che la politica comprende le attività mediante le quali si prendono decisioni che hanno forza cogente nei confronti di tutti i cittadini e la dimensione verticale deve essere integrata da una orizzontale, che riporta la politica nel e tra il sociale. Questa, ha percorso finora una sua ubiquità che presenta la separazione tra la società civile e la società politica.
Non è facile parlare di riapertura quando si è chiusi in casa da mesi, quando il mondo è stato travolto da una pandemia devastante, quando, senza un vaccino, l’altro rappresenta un pericolo ed una minaccia, quando si è spaventati da un virus che ha messo in ginocchio il mondo intero. E, soprattutto, non è facile riaprire le scuole, i luoghi di formazione e vita per eccellenza, dove i ragazzi si incontrano e si assembrano con piacevole, allegra, sana e purtroppo ormai pericolosa promiscuità. Anche in un clima di emergenza sanitaria la scuola deve continuare ad offrire ai suoi studenti un ambiente accogliente,vivibile, costruttivo, ma sicuro e sanificato. L’istituzione scolastica si trova a dover affrontare l’ennesima sfida e non è davvero facile per il personale scolastico e per un Dirigente assumere decisioni così importanti e vitali. In questo tempo di ansia e paura la vecchia e bistrattata scuola ha stupito tutti, è riuscita a continuare la sua opera di educazione e formazione, si è reinventata, stupendosi, a volte, essa stessa, adeguandosi velocemente alla nuova situazione e continuando la propria opera umana e sociale. La Didattica a distanza, ormai per tutti DAD, è stata in breve utilizzata nelle scuole di ogni ordine e grado con successo e con risultati che vanno al di là di ogni più rosea aspettativa. Tuttavia la scuola non è costituita solo da lezioni, alunni e professori, è fatta anche di spazi, di aule che devono tornare ad essere ravvivati e vivificati dagli studenti.
A settembre, nonostante le tantissime problematiche, le criticità di sempre e le inevitabili paure, i ragazzi, in tutta sicurezza, devono poter rientrare nei loro istituti, la scuola ed i suoi rappresentanti non potranno e non vorranno sottrarsi alle loro responsabilità, studieranno azioni e strategie, ma riusciranno, come sempre, a venirne a capo brillantemente, adottando soluzioni valide ed efficaci. Certo, non sarà facile passare da spazi ridotti e classi affollate, da istituti inidonei e spesso non sicuri, a lasciare almeno un metro di distanza tra gli alunni, ad adottare il distanziamento sociale, a stabilire rigide regole e severi protocolli per evitare contagi;per fare questo ci vogliono enti locali più sensibili e operativi, bisogna ripensare gli organici e assumere più docenti, bisogna mettere concretamente e finalmente al centro la scuola.
Bisogna agire e realizzare strategie di mutamento che comportino una autentica eliminazione delle sacche di ingiustizia e di iniquità che in questo momento tragico sono ancora più evidenti. Sono tante le possibilità da valutare, indossare mascherine, guanti, strumenti di protezione, attivare doppi turni, fare lezione con gruppi ristretti di studenti, ricorrere a registrazioni e video-lezioni, ma qualunque cosa si deciderà di fare, l’apertura deve essere garantita anche per infondere fiducia e speranza in bambini e ragazzi già tanto fortemente provati e compromessi emotivamente.
L’apertura delle scuole trasmetterebbe al Paese intero una salutare ed incoraggiante parvenza di normalità, capace di rincuorare gli studenti e le loro famiglie, ma anche di attivare positività e, come in una relazione scambievole, trasmettere a tutti quella fiducia ardimentosa che solo i giovani sanno coltivare. Aprire le aule scolastiche permetterà allo slogan virale che ha conquistato il mondo devastato dal covid 19 “Andrà tutto bene”, di diventare una sicura e confortante realtà. Ed infine sarebbe bello se, come ci insegna Albert Einstein, per il quale ogni difficoltà fa nascere un’opportunità, si potesse trarre da questa tragica e pericolosa situazione una rinascita ed un rilancio coraggioso della scuola pubblica, capace di riprendere il suo ruolo primario all’interno della società.
*Dirigente Scolastico Crotone
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