Treno deragliato a Lodi. L'amico del macchinista calabrese morto: "Amava il suo lavoro"

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Giuseppe Cicciù
  06 febbraio 2020 14:30

La morte del reggino Giuseppe Cicciù nel deragliamento del treno di Lodi ha suscitato numerose reazioni (LEGGI QUI). "Lo conoscevo da 25 anni, era una persona senza ipocrisie, ben voluto da tutti, solare, disponibile. Gli piaceva questo mestiere, amava questo lavoro, lo svolgeva con serietà impeccabile ed era molto attento alla sicurezza": così Fortunato Foti, ferroviere e membro della segreteria lombarda della Fit Cisl, ha ricordato Giuseppe Cicciù, uno due macchinisti morti nel deragliamento avvenuto questa mattina nel Lodigiano. Cicciù si era trasferito da molti anni in Lombardia, dove viveva con la moglie e un figlio, ma "era attaccatissimo" alla sua città natale, cioè Reggio Calabria, dove tornava appena poteva per far visita alla madre. "Sono talmente amareggiato e triste che faccio fatica a credere che sia morto", ha detto Foti. "Era una persona disponibile - ha proseguito - si prendeva in carico qualsiasi problema dei colleghi e andava fino in fondo. Abbiamo iniziato insieme nella Rsu e, quando passava in stazione Centrale a Milano, ci vedevamo sempre".

"A nome della Città di Reggio Calabria intendo esprimere il più sincero cordoglio nei confronti dei familiari di Giuseppe Cicciù, il macchinista reggino morto insieme al collega Mario Di Cuonzo nel tragico incidente ferroviario di questa mattina vicino Lodi". È quanto scrive, in una nota, il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. "La comunità reggina - prosegue - è in lutto. Ancora una volta, la nostra città perde uno dei suoi figli. Oggi è un giorno di infinita tristezza per tutti noi. Alla famiglia di Giuseppe giunga l'abbraccio caloroso di tutti i reggini". "Ci auguriamo - conclude Falcomatà - che su questa tragedia venga al più presto fatta piena luce, al fine di accertare eventuali responsabilità".

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"Il nostro pensiero e il nostro profondo cordoglio alle famiglie di Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Reggio Calabria e Mario Di Cuonzo, 59 anni, di Capua, macchinisti, tragicamente scomparsi, che si trovavano a bordo del treno Frecciarossa deragliato a Lodi. Auspichiamo che le autorità competenti accertino tutte le responsabilità per la grave tragedia che ha causato la morte dei due lavoratori ed oltre 30 feriti". Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato.

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