Venti di crisi politica a Girifalco. Il sindaco ammette: "So di non aver più la maggioranza, ma non lascio il Comune senza guida"

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images Venti di crisi politica a Girifalco. Il sindaco ammette: "So di non aver più la maggioranza, ma non lascio il Comune senza guida"
Pietrantonio Cristofaro
  27 aprile 2020 18:54

di MASSIMO PINNA

Il Comune di Girifalco andrà al voto in autunno, questo è certo. Bypassando la scadenza naturale del mese prossimo, a causa dell'emergenza Coronavirus. Ma, dallo scorso 1 aprile, ironia della sorte, la maggioranza non ha, o non avrebbe, questo si vedrà, più i numeri. Il fatto è che alla riunione informale del consiglio comunale per decidere come destinare i buoni pasto, la proposta del sindaco è stata rigettata. Anche da una parte della sua stessa maggioranza. Da allora la situazione è in lockdown. L'ipotesi è che sia un commissario a condurre il Comune fino alle elezioni in autunno.

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Ora, è lo stesso sindaco Pietrantonio Cristofaro che interviene. Da una parte ammettendo come non ha più i numeri per amministrare, dall'altro però ribadendo che non si farà da parte facilmente in questo momento di crisi. Soprattutto, in vista della sessione di bilancio dove i voti, a differenza della riunione sui buoni pasto, si peseranno. 

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"Non è mia intenzione negare l’evidenza. I numeri della maggioranza sono cambiati e non sono sufficienti a garantire la tenuta della stessa viste le recenti scelte da parte di alcuni consiglieri di maggioranza di lasciare la coalizione. Sono, perfettamente, consapevole che la seduta del Consiglio Comunale, in programma per l’approvazione del bilancio di previsione 2020, non sarà un percorso in discesa.

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Ciascun consigliere, in quella circostanza, concretizzerà la propria “nuova” posizione politica votando favorevole e/o contrario al documento programmatorio. Alla suddetta consapevolezza si aggiunge, altresì, la convinzione del fatto che abbandonare in questo difficile momento la guida della nostra comunità significherebbe fare una magra figura. Certamente, se non ci fossimo trovati, in una situazione di emergenza sanitaria, sociale ed economica, dignità ed etica umana mi avrebbero indotto – senza sollecitazione alcuna – a dimettermi non avendo più una palese maggioranza".

Cristofaro rivendica: "Chi mi è stato accanto, in questi cinque anni, sa, perfettamente, che non soffro della sindrome di “attaccamento alla poltrona” o della fascia al petto. Ho sempre puntato alla sostanza più che all’apparire".

E cita il lavoro "portato avanti in questi cinque anni in ogni settore (lavori pubblici, sicurezza, scuola, politiche sociali, cultura etc). Del resto basta, solo, pensare ai provvedimenti adottati nell’ultima seduta di giunta in data 24 aprile (approvazione progetto esecutivo videosorveglianza; approvazione progetto esecutivo di messa in sicurezza e viabilità Fosso Grastello – Contrada Pacello; approvazione progetto esecutivo circonvallazione via XXV Aprile; e, ancor prima, lunedì 20 aprile gli emendamenti a sostegno delle attività commerciali a seguito della crisi legata al Covid-19)."

Insomma per l'attuale sindaco, "la frenesia pre – elettorale, rischi di prendere il sopravvento sull’emergenza socio-economico, oltre che sanitaria, del paese. Nessuno poteva immaginare che ci saremmo ritrovati a dover fronteggiare una simile emergenza. In cinque anni di consiliatura non sono mancati i momenti difficili. Questo è stato, sicuramente, il più complicato. Perché da sindaco, quale autorità sanitaria locale, ho sentito e sento il peso di una situazione molto delicata. Sono stati giorni, estremamente, travagliati. Non ho potuto prendere in considerazione l’ipotesi di fermarmi. Eppure sono un padre, un marito, un figlio. Non l’ho potuto fare e non lo posso fare ancora. Devo pensare alla mia famiglia. Ma devo pensare, prima di ogni altra cosa, alla mia comunità. Nessuno mi ha imposto di fare il sindaco. Ho scelto di fare il sindaco. E, voi girifalcesi, me lo avete permesso. Questo richiede degli obblighi".

E annuncia come non si arrenderà, almeno fino all'evidenza, e puntando a restare in carica fino all'autunno.

"Ed io intendo portarli avanti. Con serietà, impegno, attenzione. Il Governo ha stabilito che, a seguito di questa paralisi del Paese, le elezioni comunali debbano essere rinviate. Il Governo ci chiama, quindi, a governare fino all’autunno. Una situazione insolita che va affrontata. E che, insieme alla mia “squadra” anche solo per poco tempo, intendo affrontare con tenacia e dedizione. Ciò sarà reso possibile? Questo non dipende da me né dai componenti della maggioranza. Dipende dalla politica. Che mi auguro – dai rumors, purtroppo non sembra così - risponda, sempre, al precetto della politica intesa come servizio".

Per il futuro, ragiona, "i prossimi mesi saranno importanti. C’è una comunità da rimettere in moto. Le attività commerciali e imprenditoriali dovranno affrontare la fase della ripresa. Avranno bisogno di aiuto. Il Comune e, quindi, una squadra di governo dovrà prendere decisioni importanti che, certamente, non corrispondono – per ovvie ragioni – all’ordinarietà di un commissario prefettizio. Ecco l’auspicio (non personale, ma per il bene della comunità) è che le cose poc’anzi indicate non siano, per qualcuno, motivo di “vendetta” politica bensì di riflessione sociale. Far cadere eventualmente un’amministrazione comunale  in un periodo così drammatico sarebbe da IRRESPONSABILI. Lo avrei detto, anche, se non fossi stato io il sindaco. Lo dico da cittadino".

Per il sindaco, "usciti dal tunnel del coronavirus (ci auguriamo presto) dovremmo tutti rimboccarci le maniche. Bisognerà capire, studiare e trovare il modo - come già si sta facendo - per aiutare le realtà sociali ed economiche che verranno fuori, da quest’emergenza, fragili, indebolite. Sarà necessario fare scelte importanti. Coraggiose. Sacrificare le cose straordinarie per quelle prioritarie. Anteporre qualsiasi azione all’emergenza che, purtroppo, lascerà strascichi socio-economici anche nel nostro territorio. Sia chiaro ciascuno è libero di comportarsi come meglio ritiene ed in base alla propria formazione politica ed umana. Il mio è un auspicio. Da cittadino. Spetterà ai cittadini, sempre e comunque, giudicare le nostre azioni. Qualunque esse siano"

"Io sarò - conclude - al servizio della mia comunità con o senza fascia".

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