"Continua lo scempio ai Giardini di San Leonardo, e non solo!!".
A lanciare l'allarme è Stefano Veraldi (Fare per Catanzaro), a parere del quale "c’è stato il tempo dei maestri, di chi conosceva pienamente l’arte del bello, o di chi conosceva l’arte del governo, la possedeva ed era capace di passarla agli altri. Non era solo entusiasmo o passione, era dovere civile di partecipazione. Poi tutto è cambiato, è arrivato il tempo dei cattivi maestri, non stupidi, non sprovveduti, anzi. Cresciuti all’ombra dei padri mentori, si sono lasciati sedurre dal potere per il potere, abbandonando l’arte del bello e l’amore verso la cosa pubblica".
Ecco perché Veraldi oggi, ancora una volta, non può non segnalare un altro disastro tecnico amministrativo del Comune di Catanzaro e della gestione farlocca dell’Ufficio Acquedotto, dopo lo scempio di Scesa Gradoni Porta Marina: "Non è la prima volta che segnaliamo riparazioni non adatte al contesto storico e artistico del centro storico del capoluogo o di altre zone della città".
E giù con gli interrogativi: "L’amministrazione comunale non riesce a imporre agli operai, alle imprese che le gravitano intorno, di non utilizzare una manciata di cemento? Chi controlla i controllori? Cosicché invece di risistemare, causano solamente danni alla pavimentazione Le strade di Catanzaro ridotte a una trincea di avvallamenti e dislivelli. Le toppe di asfalto e cemento sistemate con poca cura al termine degli interventi alle tubature, diventano anche pericolose trappole per i motociclisti. Lo scenario è sempre identico, dal centro alla periferia. E allora i cittadini protestano, io protesto con loro. Imprechiamo contro le imprese che inseguono il risparmio e ricoprono gli scavi con una manciata di bitume o cemento, invece di ristabilire lo status quo ante. E non ci vengano a dire che sono sistemazioni temporanee in attesa dell’arrivo dei materiali, perché abbiamo la certezza che così non è!".
Quindi, l'affondo finale: "Sindaco Abramo, hai l’obbligo di controllare tramite gli uffici preposti che questi scempi non avvengano, in considerazione del fatto che si tratta di soldi pubblici e che delle “furbate” la città ne ha le scatole piene. I Giardini di San Leonardo, e non solo, vanno ridefiniti nella manutenzione “perché esiste un limite all’indecenza”".
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