Vitambiente contribuisce alla tesi di laurea sperimentale dello studente Andrea Abramo con relatore il prof. Serra

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Marino, Abramo e Serra

Il lavoro scientifico effettuato su una esperienza vissuta con l’associazione Vitambiente presso l’area presilana di Zagarise Tirivolo, ha voluto dimostrare l’impatto dell’inquinamento nelle malattie cardiovascolari.

  24 ottobre 2020 09:56

Ieri 22 ottobre presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, Facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato con 110 e lode il neo dott. Andrea Abramo presentando una tesi sperimentale dal titolo: “Studio osservazionale: inquinamento e malattie cardiovascolari”.

Il lavoro scientifico effettuato su una esperienza vissuta con l’associazione Vitambiente presso l’area presilana di Zagarise Tirivolo, ha voluto dimostrare l’impatto dell’inquinamento nelle malattie cardiovascolari.

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Alla seduta è stato invitato anche il presidente Nazionale di Vitambiente, l’avv. Pietro Marino che ha illustrato le fasi dell’esperienza pratica effettuata dal dott. Abramo nell’ambito di un progetto di valorizzazione e tutela dell’habitat presilano, che in quella zona è particolarmente importante perché reputata l’area più pura di Europa.

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Nello specifico la strategia della ricerca /studio si è basata su due momenti principali: in primis lo studio epidemiologico attraverso una ricerca bibliografica di tutti quegli studi, compresi fra il 1 gennaio 2011 e il 30 aprile 2019, che valutano la prevalenza di AOPC nella popolazione generale; secondariamente la ricerca e la raccolta dei valori delle concentrazioni dei principali inquinanti ambientali attraverso l’utilizzo di database forniti dal dottor Procopio di ArpaCal, e da risorse di Vitambiente. In particolare il data set è stato costruito con le concentrazioni annue degli inquinanti ambientali del periodo 1990-2017. Dall’analisi statistica è emerso chiaramente che è il PM10 (particolato atmosferico di dimensioni comprese fra 2.5 e 10 micrometri) ad essere significativamente correlato con l’arteriopatia mentre per gli altri inquinanti non si registrano correlazioni importanti.

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I pathways attraverso i quali il PM10 entra in gioco nello sviluppo dell’AOPC sono molteplici. Vi sono una serie di studi che dimostrano come l’esposizione prolungata al PM10 determini: 1) lo sviluppo di una risposta infiammatoria sistemica e stress ossidativo (con rilascio in circolo di mediatori infiammatori) con conseguenti danni a carico dell’endotelio; 2) la progressione del processo aterosclerotico che sappiamo essere la principale causa di AOPC; 3) un aumento della pressione arteriosa la quale facilita la formazione del cappuccio fibroso oltre che la rottura della placca aterosclerotica.

"Possiamo concludere -afferma Marino - col dire che i risultati ottenuti hanno evidenziato un legame diretto fra il PM10 e l’AOPC. Il PM10 e l'inquinamento atmosferico dovrebbero essere dunque visti come uno dei numerosi principali fattori di rischio modificabili nella prevenzione e nella gestione della AOPC. Ulteriori studi prospettici sono necessari per validare i risultati del nostro studio, il cui limite principale è rappresentato dalla natura retrospettiva dello stesso".

L’importante risultato ottenuto dallo studio condotto dal giovane dott. Andrea Abramo, sarà pubblicato su importanti riviste scientifiche.

"Noi di Vitambiente siamo orgogliosi e fieri - conclude - di aver potuto offrire insieme a Arpacal in particolare il Dott. Procopio, il supporto di dati a questo giovane studioso, al quale auguriamo un radioso futuro nella nostra Calabria".

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