"Un pieno impegno del Sindaco e della Giunta della Citta` di Catanzaro a condannare pubblicamente il genocidio del popolo palestinese in corso ad opera del Governo e dell’Esercito dello Stato di Israele; a prendere posizione in maniera ufficiale per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, per i necessari aiuti umanitari e per l’apertura di corridoi umanitari verso la Cisgiordania, Gerusalemme Est e Israele, soprattutto per coloro che sono stati piu` colpiti da questa guerra, i malati, le persone con disabilita`, gli anziani, le donne incinte e i bambini; a prendere parola sulla liberazione di tutte le persone detenute e in ostaggio, come ribadito dagli slogan delle famiglie israeliane "everyone for everyone", ovvero per tutti gli ostaggi israeliani oggi presenti nella Striscia di Gaza e per tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; a impegnare concretamente il Comune di Catanzaro attraverso canali istituzionali e sforzi diplomatici nella ripresa di un processo politico che possa condurre alla fine dell’occupazione israeliana della Palestina e ad una risoluzione di pace nell’area, oggi piu` che mai necessaria, esprimendo sin d’ora il proprio orientamento favorevole alla creazione di uno Stato Palestinese entro i confini del 1967; a dichiarare Catanzaro citta` gemellata con Gaza city, invitando sin da subito il Sindaco di Gaza City a visitare Catanzaro ed a ricevere le chiavi della citta`".
È la richiesta-invito fatta pervenire al sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita e alla sua Giunta da parte dell'Assemblea Territoriale di Catanzaro di "Potere al Popolo".
"Gli esperti delle Nazioni Unite - premette il movimento nella nota inviata al Municipio - hanno dichiarato gia` il 16 novembre che le gravi violazioni commesse da Israele contro i palestinesi dopo il 7 ottobre, in particolare a Gaza, fanno ormai pensare a un vero e proprio genocidio in atto. Si sono espressi definendo Gaza “un inferno in terra”.
Esiste, nelle dichiarazioni di rappresentanti del governo Netanyahu, l'intento manifesto di "distruggere il popolo palestinese sotto occupazione", esistono gli appelli e gli obiettivi dichiarati per una "seconda Nakba" a Gaza e nel resto dei territori palestinesi occupati.
Ad oggi sono oltre diciottomila i civili assassinati – dei quali piu` del 41% sono bambini e il 25% donne - mediante l'uso di armi di annientamento indiscriminato che hanno provocato non solo un colossale numero di vittime ma nel contempo la distruzione di infrastrutture vitali come ospedali e scuole. In media, un bambino viene ucciso e due vengono feriti ogni 10 minuti durante la guerra, trasformando Gaza in un "cimitero di bambini", secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite.
Sono stati uccisi diversi centinaia di medici che eroicamente cercavano di portare soccorso ai feriti e ai mutilati dai bombardamenti indiscriminati, ma anche piu` di cento membri del personale delle Nazioni Unite, oltre sessanta giornalisti, difensori in prima linea e dei diritti umani, mentre centinaia di famiglie di cinque generazioni sono state spazzate via.
Piu` della meta` delle infrastrutture civili di Gaza sono state distrutte, comprese piu` di 40.000 unita` abitative, oltre a ospedali, scuole, moschee, panetterie, condutture idriche, reti fognarie ed elettriche, in una proporzione tale da minacciare di rendere impossibile la continuazione della vita dei palestinesi a Gaza.
Come di recente dichiarato dai relatori speciali delle Nazioni Unite: “Per essere legittima, la risposta di Israele deve rientrare rigorosamente nel quadro del diritto umanitario internazionale” e bisogna tenere in considerazione che “la presenza di tunnel sotterranei in alcune zone di Gaza non elimina lo status civile di individui e infrastrutture che non possono essere presi di mira direttamente ne´ soffrire in modo sproporzionato”.
Inoltre - scrivono ancora - la mancata attuazione urgente di un cessate il fuoco rischia di far precipitare la situazione verso un genocidio condotto con mezzi e metodi di guerra del XXI secolo", hanno avvertito gli esperti.
Di fatto, all’atto di redazione del presente ordine del giorno, per rilevanza, modalita`, dimensioni degli eventi si e` di fronte ad uno sterminio indiscriminato di civili inermi, elementi caratterizzanti un vero e proprio genocidio, per come universalmente tale lemma e` usato e condiviso.
La comunita` internazionale ha l'obbligo di prevenire i crimini di atrocita`, compreso il genocidio, e dovrebbe prendere immediatamente in considerazione tutte le misure diplomatiche, politiche ed economiche a tal fine.
Nella stessa societa` israeliana l’opposizione al governo Netanyahu continua a crescere ed e` in corso una costante mobilitazione internazionale dei Rabbini per i Diritti Umani (Rabbis for human rights) e della Voce Ebraica per la Pace (Jewish voice for peace) per chiedere un immediato cessate il fuoco e la liberazione di tutti i prigionieri sotto lo slogan “everyone for everyone” per liberare tutti gli ostaggi israeliani e tutti i detenuti palestinesi - piu` di 7000 - attualmente sottoposti ad arbitraria detenzione da parte di Israele.
La posta in gioco non e` solo il destino di israeliani e palestinesi, ma una grave conflagrazione del conflitto nella regione, che porterebbe a ulteriori violazioni dei diritti umani e alla sofferenza di civili innocenti.
L’ONU e l’UE sostengono la “diplomazia delle citta`”: strumento di cui dispongono gli enti locali e le loro associazioni per favorire la coesione sociale a livello mondiale, per prevenire e risolvere conflitti affinche´ i cittadini possano coesistere pacificamente in un clima di democrazia, progresso e prosperita`".
Da ciò, la richiesta di un impegno concreto dall'istituzione cittadina ad una condanna pubblica verso il Governo e l’Esercito israeliano.
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