Premialità Covid. I sindacati autonomi: "Ridiscutere l'accordo o pronti ad un autunno caldo" (SERVIZIO VIDEO)

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images Premialità Covid. I sindacati autonomi: "Ridiscutere l'accordo o pronti ad un autunno caldo" (SERVIZIO VIDEO)
Ferraro, Larussa e Minniti

Incontro a Lamezia Terme dei sindacati non firmatari dell'accordo fra Triplice e Regione

  11 luglio 2020 00:33

La premialità Covid per gli "eroi" della sanità è diventato un terreno di scontro fra sindacati e Regione, e fra gli stessi sindacati. Ieri pomeriggio a Lamezia Terme si sono incontrati i delegati delle sigle autonome che hanno non solo hanno deciso di non firmare l'accordo (LEGGI QUI I DETTAGLI CON I PREMI SUDDIVISI PER FASCE DI RISCHIO), invece sottoscritto dalla Triplice (Cgil, Cisl, Uil del comparto e Cgil medici), ma anche di contestarlo duramente. Le 16 sigle della dirigenza medica e sanitaria oltre a quelle (sempre autonome) del comparto AAROI-EMAC, ANAAO-ASSOMED, ANPO, CIMO, FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), FEDIRETS FESMED, FIALS,  FVM (SIVeMP-SMI-FIALS area Dirigenza Medica e Sanitaria-FISMU), NURSING UP avevano già denunciato che il netto in busta sarebbe sostanzialmente equivalso ad 'elemosina' (LEGGI QUI). Oggi hanno affinato i concetti preparando la strategia. Invieranno una lettera aperta per tentare di convincere la Regione a ridiscutere l'accordo. Se l'invito dovesse cadere invano è già in cantiere un fragoroso ricorso alla Corte dei Conti e poi non si esclude la protesta. "Un autunno caldo", dice Bruno Ferraro (Fials).

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Filippo Maria Larussa (Anaao Assomed) ha ricordato l'esiguità delle risorse aggiuntive regionali. Due milioni nell'accordo appena sottoscritto (agganciati ad otto nazionali) più eventuali altri due con i sei milioni futuribili del decreto Rilancio. In più occasioni ha ricordato come l'accordo 'sembrava già fosse scritto. Noi avevamo proposto due fasce di rischio, invece una settimana prima alle aziende avevano già chiesto le tre del testo. Una vergogna". Senza dimenticare l'origine delle risorse aggiuntive regionali, probabilmente da risparmi di altri soldi inviati dal governo piuttosto che un vero e proprio stanziamento. Da qui l'appello alla politica di dimostrare "più concretamente", l'ammirazione verso gli operatori sanitari.

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Domenico Minniti (Aaroi Emac) si è soffermato anche su aspetti tecnici, come l'inclusione 'contestata' dei convenzionati, senza però che fossero presenti le rispettive sigle. Inoltre, a livello regionale si sarebbe potuto soltanto stabilire delle linee guida. All'unanimità è stata invece condannata la parte in cui si prevede che ulteriori premialità possano essere concesse dalle aziende in sede di contrattazione, ma solo con i sindacati firmatari. "Non siamo in Bulgaria", è stato il commento. Ridiscussione o meno, sta di fatto che l'inedita unitarietà di tutte le sigle autonome non è un qualcosa che gli altri possano ignorare. 

 

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