Presentato a Catanzaro il docufilm sul viaggio della Corte Costituzionale tra le carceri: "La costituzione è uno scudo"

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images Presentato a Catanzaro il docufilm sul viaggio della Corte Costituzionale tra le carceri: "La costituzione è uno scudo"
Presentazione a Catanzaro del docufilm della Corte Costituzionale nelle carceri
  18 febbraio 2020 19:15

Due pezzi di società che si incontrano. Due mondi che si intrecciano nel docufilm “Viaggio in Italia: la Corte Costituzionale nelle carceri”, proiettato oggi nell’auditorium Casalinuovo a Catanzaro insieme al presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, e organizzato dall’Associazione nazionale magistrati (Anm). Il filo conduttore è stato uno: "La Costituzione è il vostro ed il nostro scudo".

Sette i giudici della Corte costituzionale che hanno incontrano i detenuti di sette Istituti penitenziari italiani: Rebibbia a Roma, San Vittore a Milano, il carcere minorile di Nisida, Sollicciano a Firenze, Marassi a Genova, Terni, Lecce sezione femminile.

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Prima della proiezione nel capoluogo, i saluti del presidente dell’Anm Luca Poniz e della presidente della Giunta esecutiva dell’Anm di Catanzaro Giovanna Mastroianni; l’introduzione è stata affidata a Donatella Stasio, responsabile della comunicazione della Corte costituzionale. Dopo, il film: uno spaccato di una realtà troppo dimenticata in cui vivono gli ultimi degli ultimi.

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A seguire la riflessione con la presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia, il professor Marco Ruotolo, ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre; il segretario dell’Anm Giuliano Caputo e la vicepresidente dell’Anm Alessandra Salvadori. Nella platea avvocati, magistrati, docenti universitari, il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, studenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e studenti degli istituti superiori. Quest’ultimi hanno posto domande delicate e sollecitato riflessioni interessanti come sulla dubbia costituzionalità del 41bis dell’ordinamento penitenziario.

“Ogni volta che rivedo questo film riesce a creare silenzio”, sottolinea il presidente Cartabia, che ha aggiunto: “E’ stato un viaggio intenso. Ho un’idea: oggi l’impressione più forte me l’ha data l’idea originaria alla base del film. Il fatto che una parte del mondo del carcere si è incontrato con le istituzioni, spesso lontane e remote e che invece trovano il coraggio di guardarsi negli occhi. Ogni volta che uno di noi è entrato nel carcere non sapeva bene quello che si aspettava, eppure la potenza di fare un gesto di uscire dal nostro recinto. In quanti muri ci rinchiudiamo nei momenti difficili? Dai ponti che costruiamo possono nascere cose nuove”.

Per Ruotolo la “pena deve cercare di mettere insieme tutte le sue componenti. La detenzione può essere una fase in cui ci si riappropria della propria vita, come detto da un detenuto diventato attore teatrale.  Questo film parla di libertà e oggi dobbiamo sempre di più capirla. Noi rischiamo di dimenticarla.
La proporzionalità della pena deve andare incontro alla flessibilità della stessa e valorizzare il percorso del detenuto per ridurre la recidiva e ricostruire legami sociali”.

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