M.S. era finito in un’operazione antidroga, conseguente all’arresto in flagranza di un presunto sodale V.C.. L’ipotesi, maturata dopo un lungo periodo di osservazione e di appostamenti della polizia giudiziaria, sostenuti anche dall’installazione di videocamere, è che M.S. fosse complice della detenzione di sostanza stupefacente, mettendo a disposizione un magazzino a lui in uso per il deposito della stessa.
Ed in effetti, nel corso di una perquisizione, nel predetto magazzino era stato trovato un borsone imbottito di droga. Da qui la denuncia e il processo ai danni di V.C. e di M.S., quest’ultimo difeso dall’Avvocato Leo Pallone.
Il giovane imputato, che a differenza di V.C. (giudicato con rito abbreviato) ha optato per il rito ordinario, si è da subito dichiarato estraneo ai fatti e, con l’ausilio del legale, ha cercato di ricostruire l’intera vicenda, spiegando le ragioni della propria innocenza.
Ieri, dopo un lunga istruttoria, il P.M. ha concluso chiedendo la condanna a 4 anni di reclusione e 18.000 euro di multa. Di diverso parere la difesa, che ha a lungo discusso sulla infondatezza dell’accusa, spiegando perché l’esito decisorio non poteva che essere una assoluzione per non aver commesso il fatto.
Tesi, che ha convinto il Giudice, dott.ssa Graziella Costantino, che ha assolto M.S. dall’accusa di detenzione di sostanza stupefacente per non aver commesso il fatto.
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