Arriva a Roma il caso relativo all’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista dell’Orchestra Scarlatti Young assassinato all’alba del 31 agosto del 2023 all’esterno di un locale di piazza Garibaldi a Napoli. Il suo killer stando a quanto ripotano giornali nazionali avrebbe videochiamato alla nonna dal carcere di Catanzaro dove è detenuto.
E proprio in riferimento alla videochiamata fatta alla nonna dal killer del giovane musicista napoletano Giogiò Cutolo, immediatamente diventata virale sui social, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto "riscontri in sede amministrativa" per accertare se le immagini e le riprese diffuse sui social siano state effettuate dalla casa circondariale di Catanzaro, nel corso del colloquio a distanza con i familiari del detenuto. Lo rende noto il dicastero di via Arenula, spiegando che "effettivamente risultano regolarmente autorizzati videochiamate e colloqui tramite l’applicativo whatsapp tra il detenuto e i familiari".
Quindi, aggiunge il ministero in una nota, "la direzione ha prontamente segnalato alla locale procura nonché al magistrato di sorveglianza, per quanto di rispettiva competenza, la vicenda" in relazione sia alla "diffusione illecita del video", sia alle "modalità fraudolente di captazione del colloquio", che "in ogni caso - conclude via Arenula - non poteva essere registrato dagli interlocutori". Con riferimento alla videochiamata fatta alla nonna dal killer del giovane musicista napoletano Giogiò Cutolo, immediatamente diventata virale sui social, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto "riscontri in sede amministrativa" per accertare se le immagini e le riprese diffuse sui social siano state effettuate dalla casa circondariale di Catanzaro, nel corso del colloquio a distanza con i familiari del detenuto. Lo rende noto il dicastero di via Arenula, spiegando che "effettivamente risultano regolarmente autorizzati videochiamate e colloqui tramite l’applicativo whatsapp tra il detenuto e i familiari".
Quindi, aggiunge il ministero in una nota, "la direzione ha prontamente segnalato alla locale procura nonché al magistrato di sorveglianza, per quanto di rispettiva competenza, la vicenda" in relazione sia alla "diffusione illecita del video", sia alle "modalità fraudolente di captazione del colloquio", che "in ogni caso - conclude via Arenula - non poteva essere registrato dagli interlocutori".
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