Presunte tangenti e depurazione a Reggio Calabria. La Dda insiste contro il mancato arresto del commissario Sorical, Incarnato

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Luigi Incarnato

Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino, ha presentato appello al Tribunale della Libertà contro l'ordinanza del gip Giovanna Sergi con cui era stata respinta la richiesta di custodia cautelare in carcere

  10 dicembre 2019 18:41

Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino, ha presentato appello al Tribunale della Libertà contro l'ordinanza del gip Giovanna Sergi con cui era stata respinta la richiesta di custodia cautelare in carcere per il commissario liquidatore della Sorical, la società mista a maggioranza pubblica che gestisce la rete di distribuzione idrica in Calabria, Luigi Incarnato, segretario regionale del Psi, già assessore regionale ai Lavori pubblici nella Giunta di centrosinistra guidata da Agazio Loiero.

Il pm aveva anche chiesto la misura cautelare anche per Alberto Scambia, amministratore di fatto della società 'Acquereggine', dell'imprenditore reggino Domenico Barbieri, del manager Luigi Patimo e dell'ex dipendente regionale Anna Maria Gregorace, indagata per traffico di influenze. La richiesta si riferisce all'inchiesta "Rhegion" del luglio 2016 su un presunto giro di tangenti e di scambi di favori tra gli indagati relativamente all'appalto per la depurazione delle acque della città di Reggio Calabria.

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Secondo l'accusa, sarebbe stata Anna Maria Gregorace - il cui figlio era dipendente di Scambia - il 'contatto' tra lo stesso Scambia e Incarnato. Il Gip Giovanna Sergi, nella sua ordinanza adesso impugnata dal pm Musolino, aveva concluso come "non vi fosse certezza che le somme indicate in contabilità siano state effettivamente consegnate ad Incarnato".

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"Sono assolutamente sereno - ha commentato l'iniziativa del pm Incarnato - non ho fatto nulla che possa farmi preoccupare. Ho rispetto della giustizia che, sono certo, anche in sede di Riesame darà ragione all'onestà della mia condotta".

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