La Procura di Vibo Valentia ha aperto una nuova inchiesta per far luce sull’inquinamento del torrente Sant’Anna che sfocia in mare a Bivona, frazione costiera del capoluogo di provincia. L’indagine – al momento contro ignoti – mira ad accertare le responsabilità penali di quanti avrebbero concorso negli anni a rendere il torrente inquinato sversando in mare liquami fognari. Non è la prima volta che la Procura di Vibo apre un’inchiesta sul torrente Sant’Anna.
Nel marzo 2016, infatti, si era arrivati al sequestro preventivo della rete fognaria di Vibo Valentia ovest e di parte della rete di Vibo centro, disposto dalla Procura della Repubblica nell’ambito di indagini avviate a seguito dell’apertura, nel mese di gennaio 2016, di una voragine in pieno centro abitato determinata dal cedimento di un cunicolo utilizzato, in modo incontrollato, come canale di scolo delle acque reflue urbane. Nel decreto di sequestro di una parte della rete fognaria del comune di Vibo Valentia, la Procura aveva evidenziato un forte deterioramento delle condizioni delle acque del fosso Sant'Anna, che sfocia in mare a Bivona, definito una “fogna a cielo aperto”, nonché di porzioni significative del suolo di Vibo. L’inchiesta del 2016 non aveva avuto, tuttavia, alcuno sbocco processuale ed era stata poi archiviata. Ora, quindi, l’apertura di una nuova indagine.
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