All'udienza preliminare che si terrà il prossimo 6 maggio davanti al giudice distrettuale dell'udienza preliminare di Catanzaro Sara Merlini, il Comune di Crotone si costituirà parte civile nel processo scaturito dall'operazione “Glicine Acheronte” scattata nel giugno dello scorso anno a conclusione di una indagine della Dda che avrebbe portato alla luce un comitato politico affaristico, legato in alcuni casi alle cosche di ’ndrangheta, in grado di condizionare le amministrazioni pubbliche locali e regionali, orientare il voto, decidere nomine e appalti.
Alla sbarra, il prossimo 6 maggio, ci saranno complessivamente 126 imputati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministra zione. Dell'ipotetico comitato d'affari avrebbero fatto parte, in qualità di promotori e partecipi, nomi eccellenti della politica calabrese come l’ex presidente della giunta regionale Mario Oliverio, l’ex vicepresidente Nicola Adamo, l’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco (da giugno scorso sottoposto ai domiciliari) e la figlia Flora Sculco, a sua volta ex consigliera regionale.
Fra gli indagati figurano, ancora, l’ex assessore comunale di Crotone Giancarlo Devona e l’attuale sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo, gli imprenditori Giovanni Mazzei, Raffaele Vrenna e il fratello Gianni, rispettivamente ex presidente e attuale presidente dell’Fc Crotone. E ancora dirigenti della Regione Calabria e dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. Quindi il boss dell’omonima cosca di Papanice Mico Megna e un nutrito gruppo di affiliati coinvolti in un filone d’indagine parallelo, considerato che il locale di 'ndrangheta dei papaniciari avrebbe avuto rapporti sistematici con la pubblica amministrazione. La Giunta comunale di Crotone, pertanto, con apposita delibera ha dato mandato al settore avvocatura di individuare un legale del libero foro "cui conferire l’incarico difensivo ai fini della tutela degli interessi dell’ente, avuto riguardo alle condotte contestate a carico della pluralità di indagati per i reati nei quali l’ente è stato individuato quale persona offesa". Persone offese che sono in tutto 26, tra le quali la Presidenza del consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno e quello dell’Ambiente, la Regione Calabria, la cui giunta Occhiuto nei giorni scorsi ha adottato la stessa decisione di costituirsi parte civile. L'elenco continua con la Provincia e il Comune di Crotone, privati cittadini e alcune società.
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