Processo Scirocco, scarcerato Minieri e revoca dell'obbligo di dimora per il tecnico Valentino

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images Processo Scirocco, scarcerato Minieri e revoca dell'obbligo di dimora per il tecnico Valentino

  18 aprile 2025 19:42

di STEFANIA PAPALEO

Torna completamente libero il tecnico Giuseppe Donatello Valentino, tra gli imputati del processo Scirocco che ruota intorno a un rilevante inquinamento ambientale determinato dall’illecita gestione di molteplici impianti di depurazione a servizio dei comuni calabresi. A revocare l'obbligo di dimora nel Comune di residenza al quale si trovava attualmente sottoposto, sono stati i giudici del Tribunale di Catanzaro, presieduto da Beatrice Fogari (a latere: Giada Maria Lamanna e Elisa Fabio), in accoglimento dell'istanza avanzata dall'avvocato difensore Piero Chiodo, sostituendo contestualmente la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'obbligo di dimora nel Comune di residenza per l'imputato principale, l'imprenditore Mario Minieri (cl. ’62), difeso dagli avvocati  Fabrizio Costarella e Ottavio Porto.

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Il processo, poi, è stato rinviato al 2 maggio per continuare con il dibattimento che vede alla sbarra 27 persone chiamate a rispondere, a vario titolo, di una serie di presunti illeciti nella gestione degli impianti di depurazione facenti capo al gruppo Minieri, che fornisce le sue prestazioni, oltre che in Calabria, anche in Emilia-Romagna, Basilicata e Sicilia, gestendo oltre 500 impianti. Tra gli episodi contestati, un tentativo di estorsione aggravato dalla modalità mafiosa nei confronti di un dipendente di una società, il quale avrebbe subito una minaccia da parte di esponenti della consorteria di ‘ndrangheta locale, su commissione del proprio datore di lavoro, al fine di farlo desistere dall’intraprendere iniziative sindacali finalizzate all’ottenimento di spettanze stipendiali dovutegli. A carico di Valentino, l'accusa di aver svolto il ruolo di trait d'union tra i fratelli Minieri, per i quali lavorava, e gli altri presunti sodali di quella che la Procura definisce una vera e propria organizzazione tesa all’ottenimento di più commesse e alla esecuzione degli appalti in frode ai contratti e alla commissione di reati ambientali derivanti dalla gestione di 34 depuratori a servizio di 40 comuni ubicati nelle 5 province calabresi. Accusa contro la quale si è battuto fin dall'inizio l'avvocato Chiodo, descrivendo Valentino piuttosto un tecnico particolarmente esperto al quale tutti si sarebbero rivolti per le soluzioni richieste e che, al momento, si trova anche senza lavoro per il ben servito ricevuto dall'ex amministratore giudiziario Mingrone, che ha permesso il rientro al lavoro di tutti i tecnici ad eccezione del solo Valentino. 
LEGGI QUI I DETTAGLI DELL'INCHIESTA E I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

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Intanto al processo con il rito abbreviato scelto da alcuni imputati, a novembre scorso sono cadute le accuse più gravi di associazione e traffico illecito di rifiuti, con una sentenza di assoluzione per tutti (LEGGI QUI)

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