Proroga limitata e alla Giunta il potere di nomina dei commissari: l'altro fronte dei vertici della sanità regionale

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Cittadella Regionale
  07 gennaio 2025 21:27

Quattro vertici di Asp e aziende ospedaliere sono stati ‘prorogati’ lo scorso 31 dicembre, in piena zona Cesarini. L’atto formale per evitarne la decadenza e di posticipare di almeno un mese e mezzo decisioni più strutturate è stato assunto da Roberto Occhiuto nelle vesti di commissario ad acta della sanità calabrese. Un decreto ‘al limite’, non solo temporale, vista la scadenza delle norme del Decreto Calabria che, tuttavia, ha chiarito il ‘ripristino’ delle vecchie regole di nomina. Infatti, nell’atto che il termine di proroga è “necessario all’esercizio del potere di nomina degli organi di vertice, da parte della Giunta regionale”.

Questo chiarisce che è sì possibile nominare commissari negli enti del servizio sanitario calabrese ma con la ‘vecchia’ legge regionale. Infatti, venuto meno il regime speciale tocca alla Giunta e non al commissario ad acta. Un particolare che fino a qualche anno fa faceva tutta la differenza del mondo, proprio perché non coincideva la figura del presidente della Giunta con quella del commissario nominato dal governo; situazione che ha creato numerose tensioni politiche. Esattamente quell’aspetto che era poi la ragione principale dell’adozione del regime speciale del Decreto Calabria (voluto dal M5S e prolungato sotto Occhiuto di Forza Italia fino a pochi giorni addietro). Chi può essere nominato commissario? Citando la reviviscente norma calabrese, coloro “preferibilmente scelti tra i dirigenti in servizio della Pubblica amministrazione e di enti privati di media e grande dimensione con almeno cinque anni di anzianità svolta con autonomia gestionale e di risorse”. Per quanto? “Per un Dodici mesi eventualmente rinnovabile per una sola volta fino ad un massimo di dodici mesi”.

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Calando nella realtà la regola astratta, le questioni aperte rimangono quelle dell’Asp di Crotone e del Gom di Reggio Calabria. In corso d’opera, potrebbe cambiare la situazione della ‘Dulbecco’ di Catanzaro. Infatti, è stata nominata la commissione che individuerà la rosa di idonei all’incarico di direttore generale. Pratica che potrebbe essere chiusa prima della nuova ‘scadenza’ di metà febbraio e attenzione a darne per scontato l’esito. Sotto questo aspetto, s’incrocia la recente misura del Milleproroghe che allunga fino al termine del 2025 la vitalità dell’attuale albo nazionale. Per l’Asp di Catanzaro sarebbe altresì utilizzabile la norma, contenuta nell’ultima legge omnibus regionale, che consente di pescare al di fuori dall’elenco nazionale e anche soggetti in pensione.

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Nei giorni scorsi, c’è chi ha contestato la legittimità stessa della proroga di 45 giorni (vedi la Cisl Medici LEGGI QUI) o chi ha fatto un ragionamento più politico. Filippo Larussa dell’Anaao Assomed ha detto: “Una scelta pasticciata e di cortissimo respiro, che irride i malati calabresi e gli operatori, oltre a dividere le Aziende Calabresi tra quelle di serie A, con DG stabili, dotati di pieni poteri, e quelle di Serie B, con Commissari resuscitati in limine mortis, limitati all'ordinaria amministrazione, e scadenza più breve di uno yogurt. Si è avuto a disposizione un anno di tempo, e si aspetta l'ultimo minuto utile per prendere tempo, e mettere una pezza sbrindellata e inconcludente, senza progettazione, senza programmazione, senza ideazione. Se è così che si spera di cambiare volto e verso alla Sanità Calabrese, stiamo freschi!”.

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