Stanno per scadere i termini per presentare le osservazioni al documento preliminare del Piano strutturale comunale di Catanzaro. Il neo consigliere comunale Maurizio Mottola di Amato (S&D) le ha presentate oggi al Comune di Catanzaro. Di seguito il documento integrale
"Lo stato di degrado della Città di Catanzaro e la crisi economica che interessa da diversi anni tutti i settori dell’economia cittadina, esigono scelte attente e consapevoli a partire dalla pianificazione del territorio. Le scelte pianificatorie sbagliate dei predetti PRG infatti, hanno accentuato il degrado urbano della Città, e l’articolazione dei tradizionali quartieri, privi di identità e di servizi. Degrado degenerato in vere e proprie situazioni di emergenza sociale nelle periferie di Pistoia e Aranceto perciò balzate all’attenzione delle cronache nazionali presente ormai anche in altre aree del territorio cittadino.
In questa situazione la Città di Catanzaro non può permettersi ulteriori scelte sbagliate in nessun settore, in particolare nella pianificazione del territorio affidata al redigendo Piano Strutturale Comunale, che muove dal documento preliminare, suo presupposto essenziale ed obbligatorio. Da questa consapevolezza derivano le osservazioni al documento anzidetto rilevandone la scarsa conoscenza dei reali problemi della Città, diversi in ogni quartiere, delle specificità del suo territorio e della dotazione infrastrutturale e di servizi realmente occorrente.
La crisi del centro storico, divenuta sempre più grave, non può essere affrontata con gli “elementi di progetto” indicati nel documento preliminare, che non prevedono scelte pianificatorie che possano contribuire alla sua ripresa ed al suo rilancio, ad esempio favorendo la residenzialità studentesca, l’edilizia sociale agevolata, il rilancio delle funzioni direzionali, utilizzando i numerosi edifici pubblici dismessi o di imminente dismissione, come le caserme della Guardia di Finanza (di Piazza Roma e del Rosario), la caserma dei Carabinieri di Villa Trieste, ecc.
Analoghe considerazioni possono farsi per i quartieri nord della Città praticamente ignorati nello schema di documento preliminare, che prevede unicamente di “riqualificare gli spazi degradati come le aree attorno al cimitero (piazzali adibiti a parcheggio, zone marginali ad est) attraverso l’aumento di aree verdi e spazi pedonali”. Nulla viene detto in merito al destino del presidio ospedaliero Pugliese Ciaccio, dello Stadio, degli insediamenti giudiziari carceri presenti nella zona nord alla Caserma Pepe, ecc.
La stessa situazione si ripropone per il resto del territorio cittadino, in alcuni casi completamente ignorato dal documento preliminare tra gli “obiettivi per i singoli ambiti”, come nel caso di Gagliano e di Siano.
Altre parti del territorio, differenti dalle precedenti, restano indistinte: a Sala e Corvo, Santa Maria e Pistoia, gli “obiettivi di progetto” sono generici e non affrontano i veri problemi dei quartieri a valle della Fiumarella: come ad esempio il Parco Romani, l’ex sedime ferroviario della stazione FS di Catanzaro Sala, le aree degradate di Pistoia e Aranceto, la monofunzionalità dei quartieri.
Anche per gli ambiti di nuovo sviluppo come Germaneto e Giovino la situazione è analoga prevedendo scelte generiche e localizzazioni destinate a generare nuove polarità urbane in parti del territorio sino ad oggi agricole. A Germaneto, infatti, la principale zona di sviluppo prevista è completamente avulsa dai grandi poli di servizi esistenti quali il Campus Universitario e la Cittadella Regionale, lontane dal tracciato della costruende metropolitana, con le evidenti conseguenze negative, con notevoli costi di urbanizzazione, oltre a significative ricadute ambientali sfavorevoli stante i connotati agricoli (urbanizzati e serviti dalla metropolitana) è praticamente impedita qualsiasi iniziativa pubblica e privata, isolando le infrastrutture esistenti con un enorme parco pubblico di dubbia attuazione ed utilità.
Discorso a se richiedono le indicazioni sui “trasferimenti volumetrici e crediti edilizi” prevedendo la possibilità per i proprietari dei suoi di trasferire i diritti edificatori (volumetria) dagli ambiti cittadini in cui è attualmente consentita (classificati zone C,B o D), in altri ambiti del territorio comunale attualmente agricoli e con morfologia collinare, come nel caso di Germaneto. Peraltro, la volumetria di cui sarebbe consentito il trasferimento deriva da previsioni notoriamente sovradimensionate del vigente PRG al quale è seguito l’inutilizzo delle aree anzidette nei venti anni trascorsi dalla sua approvazione.
Si tratta di una scelta destinata a privilegiare ancora una volta la rendita fondiaria a discapito del recupero urbano e di una concreta pianificazione a consumo di suolo zero. Obiettivi che andrebbero perseguiti con una politica di gestione del territorio che preveda invece il trasferimento della volumetria esistente dalle aree maggiormente degradate verso ambiti con elevate capacità di sviluppo. Ciò non consentirebbe oltre ad un generale recupero urbano, con la demolizione di manufatti fatiscenti e la loro ricostruzione in altro sito, un concreto rilancio dell’edilizia ed un recupero dei valori immobiliari attualmente crollati in conseguenza dell’eccessiva offerta edilizia.
Si evidenzia ancora che il documento esaminato, ancorché sottoposto come documento preliminare, è completamente privo di analisi quantitative che giustifichino le scelte condotte in termini di popolazione insediata e di dimensionamento delle aree produttive o dei servizi.
La logica infine delle scelte di pianificazione, pur afferendo ad un documento preliminare, evidenzia nella sua evoluzione un dettaglio eccessivo per il conseguente Piano Strutturale Comunale, che dovrebbe prevedere solo le strategie per il governo del territorio, senza differenze tra le aree contigue con evidenti conseguenze sui valori immobiliari.
Mancano inoltre elementi essenziali per la stesura del Piano Strutturale Comunale quali lo studio geologico, il rapporto preliminare ambientale, lo studio agronomico, ecc., previsti dalla legge urbanistica, ai quali devono seguire le scelte pianificatorie, comprese quelle del documento preliminare in esame".
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