Punto nascita di Cetraro, il decreto di riapertura è fermo: "occupati" gli uffici regionali

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Blitz in Cittadella del sindaco Aita e del consigliere regionale Aieta: "Pronti a dormire di notte negli uffici del commissario alla sanità senza la riapertura"

  17 dicembre 2019 13:47

In Cittadella regionale sta andando avanti l'ennesima protesta contro la mancata riapertura del punto nascita di Cetraro. L'attività è stata sospesa circa cinque mesi fa (dopo la morte di una giovane donna partoriente). Dopo l'ispezione ministeriale si sono attivate delle contromisure per ricominciare l'erogazione del servizio, anche se l'ultima verifica dell'OTA ha rilevato l'esistenza di carenze strutturali che andranno risolte seguendo un cronoprogramma da stabilire. Ad ogni modo da oltre un paio di settimane giace negli uffici del dipartimento regionale di Tutela della Salute un Dca che va nella direzione della parziale riattivazione dei servizi. Ci sarebbe la firma soltanto del dg Antonio Belcastro ma non anche quella del commissario Saverio Cotticelli e del sub-commissario Maria Crocco. La stasi preoccupa, così il sindaco Angelo Aita ed il consigliere regionale Giuseppe Aieta hanno deciso oggi di occupare "simbolicamente" gli uffici del commissario. Almeno i corridoi per non dare intralcio all'attività. 

Il sindaco di Cetraro minaccia di riconsegnare la fascia tricolore se non ci sarà la riapertura:"Quantomeno per i parti fisiologici, dopodiché ci saranno sessanta giorni di tempo per completare gli altri interventi per poter arrivare alla riapertura complessiva del punto nascita, sempre in attesa della deroga ministeriale al numero annuo di parti (lo standard è 500, ndr)". "Abbiamo trovato disponibilità nel generale Cotticelli- ha aggiunto il primo cittadino- ma c'è un'evidente contraddizione nella struttura commissariale, di opinione quantomeno. E' stato chiesto un parere al ministero che a quanto pare non arriverà mai. Non è più tollerabile che le nostre madri partorienti di tutto il tirreno cosentino non abbiano risposte. Sono disposto anche a dormire di notte. Se non ci riusciremo consegnerò la fascia al Prefetto, perché il sindaco ha il dovere che i propri abitanti e i propri utenti possano avere dei diritti". "In questi mesi - ha proseguito Aita- abbiamo perso 400 parti, che sono andati fuori, la maggior parte nelle cliniche private perché l'ospedale di Cosenza è troppo pieno".

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Giuseppe Aieta: "Il tempo è scaduto. Ci devono dire cosa vogliono fare. Un'impostazione dilettantesca di una sanità che è già in difficoltà di suo. Venerdì è andata in scena una protesta delle mamme. Dicano cosa ci vuole, se ci vogliono degli investimenti si facciano".  (g.r.)

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