Quando l’emozione diventa rivoluzione: Catanzaro abbraccia il suo primo TEDx

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  18 ottobre 2025 17:37

di FILIPPO COPPOLETTA

C’è stato un momento, al Cinema Teatro Comunale di Catanzaro, in cui il silenzio della sala si è fatto denso, vibrante, come se centinaia di respiri si fossero sincronizzati. Era la prima volta che il capoluogo calabrese accoglieva un format internazionale tanto prestigioso come il TED. Quello xCatanzaro ha scelto il tema dell’emozione che si fa rivoluzione, tracciando il filo rosso di un evento che ha saputo unire mondi diversi, dimostrando che, in un’epoca dominata da dati e algoritmi, la vera forza resta quella del sentire umano.

Sul palco, intervallati dalle presentazioni di Eugenia Ferragina e Massimiliano Raffaele, uno dopo l’altro, gli speaker hanno dato vita a un viaggio emotivo, un mosaico di esperienze che ha attraversato rabbia, malinconia, paura, stupore, coraggio, nostalgia, orgoglio, tenerezza e attesa.

La rabbia si è fatta voce con la psicologa e criminologa Roberta Catania. “Dobbiamo avere paura di non arrabbiarci più - ha detto - Se la rabbia è ascoltata, ci dice dove c’è ingiustizia”. E così la sua voce, ferma e appassionata, è diventata grido di chi non ne ha più, invito a trasformare l’emozione in azione.

Poi è arrivata la malinconia di Luca Bianchini, che ha intrecciato parole e arte, poesia e cinema, citando la poetica Leopardiana, l'arte di Van Gogh e Degas, le scene iconoche di Lezioni di piano e Fall in love. La sua voce ha restituito alla malinconia la sua dignità di sentimento nobile, quel dolce struggimento che rende vivi anche i ricordi.

La stupita leggerezza di Paola Vacchina ha portato invece un sorriso. La fondatrice del "chebellismo” ha raccontando lo stupore come un dono che non appartiene solo ai bambini, ma che si può riscoprire a ogni età, quando impariamo di nuovo a meravigliarci.

La tenerezza con Peppe Voltarelli ha assunto i tratti del Sud: dolce e resistente. Ironico e geniale, il cantautore calabrese ha parlato delle sue radici e di una speranza che è possibile intravedere anche solo guardando i tondini d’armatura che si ergono sulle case: simbolo di una speranza che non si arrende mai. 

Il coraggio ha avuto due volti, quello di Giusy Laganà e di Valentina Pitzalis, unite sullo stesso palco. “L’amore vero è sempre coraggioso” ha detto Laganà. Ma è stata la voce di Valentina - sopravvissuta alla violenza dell’uomo che diceva di amarla - a riempire la sala di commozione e a gelarla alla domanda lasciata ai presenti: “Ci vuole più coraggio per vivere o per morire?”.

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La nostalgia di Francesco Repice, voce storica dello sport italiano, ha riportato il pubblico ai ricordi delle grandi partite ma anche a una terra amata e mai dimenticata. Tra mondiali e finali che hanno riempito le pagine della storia calcistica, per Repica la nostalgia vera è quella che parla della sua terra. 

Con Simona Lo Bianco, direttrice della riserva FAI “I Giganti della Sila”, l’orgoglio ha assunto il volto della resilienza. “Siate orgogliosi anche quando tutto è difficile - ha detto -quando sbagliate, quando nessuno vi applaude”. Un invito a riconoscere il valore dei propri passi, anche incerti, come segno di presenza e di crescita.

L’attesa, raccontata da Ursula Basta, è diventata un tempo interiore, non un fermarsi ma un ritrovarsi. “Attesa non è aspettare, ma un momento in cui ci connettiamo con noi stessi per capire dove vogliamo andare”. Le sue parole hanno toccato la città e il suo appello l'ha smossa: smettere di chiedersi cosa la Calabria possa fare per noi e iniziare a domandarci cosa possiamo fare noi per lei.

E infine, la paura, affrontata da Alessandro Di Battista. “Ho paura di abituarmi” ha confessato l'ex attivista del M5S, in una riflessione lucida e inquieta sul compromesso, sulla verità e sulla libertà. Ha parlato dei suoi “no”, delle scelte scomode, di una guerra che non è finita, del silenzio di fronte agli orrori di un mondo alla rovescia dove “sembra più grave mostrare le tragedie che commetterle". 

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Quando le luci si sono riaccese e gli applausi hanno riempito il teatro, è rimasta nell’aria una sensazione di pienezza, come dopo un lungo viaggio dentro l’animo umano. Il TEDxCatanzaro, organizzato da Indaco con il supporto dell’associazione Premio Carlino d’Argento, non è stato solo un evento, ma un segnale. Un segnale che Catanzaro è pronta a emozionarsi, a confrontarsi, a immaginare il futuro. Perché, in un mondo che corre dietro alla tecnologia, fermarsi ad ascoltare un’idea è davvero l’atto più rivoluzionario di tutti.