di CLAUDIA FISCILETTI
"Puntiamo su un servizio di qualità", così esordisce l'imprenditore catanzarese Gianluca Tassone per descrivere Quichi, l'app di food delivery a "chilometro zero" ideata in "periodi non sospetti" e cioè prima del lockdown del marzo scorso.
Una crescita, quella di Quichi, non indifferente se si conta che, a due mesi dall'ideazione, contava poco più di 200 utenti che, ad oggi, sono aumentati fino a raggiungere i 7 mila nella città di Catanzaro. Un incremento di cui è stato anche complice il periodo pandemico. "È stata importante per molti locali che hanno dovuto chiudere affidandosi soltanto all'asporto e alle consegne a domicilio. Quichi ha dato modo di offrire un'opportunità diversa di lavoro", spiega Tassone, che poi fa notare come il settore delle app di food delivery, oltre ad essere relativamente recente in Italia, presenta anche molta competizione con le app già presenti che, in maggioranza, provengono da paesi nordeuropei: "Ci siamo messi in campo con offerte a prezzi competitivi, oltre a dare un servizio che potesse essere diverso da quello delle altre piattaforme già esistenti".
Qualità in prima linea, quindi, soprattutto nelle modalità di consegna: "Abbiamo preferito investire molte risorse nella fase di consegna, concentrandoci su un packaging che potesse conservare i cibi in maniera ottimale. Oltre a dare un servizio ai ristoratori 24 ore su 24". Non solo, l'app del catanzarese ha a disposizione una flotta di riders che "fanno parte della nostra squadra, non sono considerati semplici numeri, ma con loro abbiamo un rapporto diretto", continua Tassone. Il che va a contribuire alla buona riuscita della consegna.
Il raggio d'azione di Quichi si estende sulla città di Catanzaro, ma è in progetto un'espansione: "Il nostro modello può essere replicato su Bologna e su Milano, dove poi andiamo a scontrarci con una realtà completamente diversa", spiega Tassone che, sulle app di food delivery nel post-pandemia, dice: "Dovessi fare un'analisi fredda direi che ci sarà un calo, normalissimo e fisiologico, in un primo momento, quando i locali riapriranno. Le persone vorranno uscire, ma questo è normale ed è anche giusto. Il food delivery è entrato nella vita quotidiana di tutti, non sempre le persone vogliono e hanno voglia di mangiare fuori, ma ci sarà anche la possibilità di poter ordinare comodamente da casa".
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