Prima svolta nell'indagine sul rapimento di una quindicenne a Catanzaro. Convalidati i fermi eseguiti dalla polizia in Campania. In carcere sono finiti Agnello Aniello, 36 anni, e Francesco Izzo, 32 anni, ritenuti vicini agli ambienti del clan Gionta. Entrambi sono ritenuti gli esecutori materiali di un reato gravissimo commesso la sera di domenica 10 settembre nel quartiere Santo Janni, alla periferia del capoluogo, quando la minorenne, di ritorno da casa della nonna e diretta in centro città a bordo della sua Minicar, è stata bloccata da due uomini e portata via con la forza nonostante l'intervento casuale di una donna che transitava lungo la stessa strada. Salvo poi liberarla nel vicino comune di Marcellinara, con tanto di cellulare grazie al quale è stata subito raggiunta dalla polizia che si era messa immediatamente sulle tracce dei malviventi, la cui fuga è finita a Torre Annunziata, dove sono stati prima fermati e oggi arrestati su ordine della Procura di Catanzaro.
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Le indagini ora procedono per risalire a mandanti e movente del rapimento, seguendo come prima pista quella legata agli affari del padre, un broker catanzarese finito nei guai con la giustizia per presunti ganci con il temibile clan Grande-Aracri di Crotone. Ipotesi tutte da verificare e rispetto alle quali gli uomini della Squadra Mobile, al comando di Fabio Catalano, non lasceranno nulla al caso nelle indagini ancora portate avanti a tutto campo.
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