di GABRIELE RUBINO
L’economia continua a crescere ma in maniera meno vigorosa rispetto all’anno scorso. Allineandosi alla congiuntura internazionale e italiana del 2018 in rallentamento, la Calabria ha sofferto la frenata dei consumi e soprattutto la gelata degli investimenti. Il report annuale della Banca d’Italia non dimentica di segnalare i gap strutturali della regione, tant’è che nonostante l’incremento del Pil che va avanti da oltre un biennio, il valore aggiunto calabrese è ancora al di sotto dell’11,3% rispetto al livello pre-crisi. Si conferma il trend delle spinte positive del turismo e delle esportazioni. Il quadro tracciato da Bankitalia è completato dai noti freni al sistema produttivo calabrese: la scarsa efficienza della Pubblica Amministrazione, la presenza di consorterie criminali e la scarsa valorizzazione del capitale umano. La fiducia sulle prospettive di imprese e famiglie non è crollata ma conservativa.
IMPRESE Il valore aggiunto in termini tendenziali dell’agricoltura, settore che in Calabria ha un peso maggiore sull’economia (circa il 6%) rispetto ad altre realtà nazionali, è rimasto pressoché invariato, caratterizzandosi per bassa produttività della componente lavoro e bassa intensità di investimenti. Il braccio comunitario di aiuti che transitano dalla Regione è in prevalenza condensato nei PAC, che diventano – è il giudizio tranciante dei ricercatori di Bankitalia- una forma di sostegno al reddito degli agricoltori. In sostanza, un improprio ammortizzatore sociale. Il comparto trainante è invece quello alimentare sospinto sia dalla domanda interna e sia da quella estera. Export che, nel complesso, continua a marciare a doppia cifra, chiudendo il 2018 a +15,9% rispetto alla già buona performance del 2017. Nella galassia delle costruzioni pesa ancora la zavorra dell’invenduto degli immobili, mentre le opere pubbliche risentono del lento avanzamento dei lavori: il 26% del ciclo 2014-2020, il 60% del settennio antecedente, per quanto riguarda la Regione, e il 36% della programmazione 2007-15 di RfI-Anas. I passeggeri degli aeroporti aumentano (di oltre il 9%) mentre si è decisamente incagliato il porto di Gioia Tauro. L’anno scorso il traffico di container si è ulteriormente contratto del 4,9%, in solitaria controtendenza con i porti concorrenti del mediterraneo, cresciuti invece mediamente a doppia cifra.
MERCATO DEL LAVORO E RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE Il tasso di occupazione è cresciuto di 1,2 punti attestandosi al 42,2%, mentre è rimasto stabile il tasso di disoccupazione al 21,6%. L’incremento degli occupati si è concentrato nella prima parte del 2018 mentre si è raffreddato nella seconda in coincidenza con l’entrata in vigore del Decreto Dignità, il primo intervento sul lavoro del nuovo esecutivo nazionale, che ha sì fatto decelerare la stipula di nuovi contratti a tempo determinato ma senza alcun significativo travaso nei rapporti a tempo indeterminati (anzi il saldo delle trasformazioni dei contratti stabili è negativo). Gli occupati stentano a decollare nella fascia anagrafica 35-54 anni e riguardano lavoratori con basse qualifiche, confermando la scarsa capacità di assorbimento dei laureati nel tessuto economico calabrese. La lieve movimentazione del mercato dal lavoro si ripercuote sui redditi delle famiglie, in crescita nell’ultimo triennio e dello 0,8% rispetto al 2017. Cionondimeno la spesa media (nucleo da due persone), pari a 1.730 euro mensili, e i 12.700 euro pro-capite (dato del 2017) rimangono ampiamente al di sotto dei valori medi nazionali.
MERCATO DEL CREDITO Il mercato ha registrato l’incremento dei depositi, fino all’1,7% rispetto al 2017. I prestiti invece hanno viaggiato su un doppio binario: in ascesa quelli alle famiglie, in contenimento quelli alle imprese. Per le famiglie i prestiti sono aumentati del 2,3% su base tendenziale, in particolare il credito al consumo +5,9%. Gli interessi hanno toccato un record storico di ribasso, al 2,3% i mutui con tassi fissi al 2% con tassi variabili. Stessa dinamica per i prestiti alle imprese: per quelli a breve termine il tasso è al 6,9% (anche se nettamente superiore alla media nazionale). Si stanno decisamente abbattendo i crediti in sofferenza attraverso una riduzione del perimetro del mercato stesso. Il numero degli sportelli bancari, alla fine del 2018, è sceso ancora fino a 405. Pur se i calabresi stanno sperimentando mezzi alternativi di pagamento al contante, il denaro liquido rimane quello preferito (poco meno del 70%).
FINANZA PUBBLICA LOCALE Parecchio in affanno sono i conti degli enti locali. Circa il 50% dei Comuni ha registrato un disavanzo del conto economico, e il 15% (il triplo nel confronto con il resto del Paese) delle P.A. si ritrova in una condizione di dissesto conclamato. La spesa in conto capitale (investimenti) è cresciuta soltanto per la Regione in virtù del ciclo di programmazione comunitaria. A deteriore lo scenario contribuisce la scarsa capacità di riscossione dei tributi e delle imposte locali, in media del 50%. Eppure, le aliquote delle tasse locali, confrontate con il reddito medio dei calabresi, sono fra le più alte nel panorama nazionale. Il contenimento della spesa ha interessato l’acquisto dei beni e servizi e, soprattutto nella sanità, il personale.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736