Reggio celebra la luce del bene: partecipazione al Premio San Leo 2025

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  20 ottobre 2025 17:00

L’Associazione Artemia rinnova la tradizione del riconoscimento dedicato al Santo compatrono dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova. Premiati Orsola Foti, Santo Caserta e suor Daniela Maesano.

Si è svolta il 19 ottobre 2025, nella chiesa di Santa Maria d’Itria, la cerimonia di consegna del Premio San Leo 2025, promosso dall’Associazione Artemia in collaborazione con la Parrocchia Santa Maria d’Itria e con il patrocinio del Comune di Bova.

L’evento, giunto alla ventitreesima edizione, ha celebrato tre protagonisti della cultura, del sociale e della spiritualità, unendo istituzioni, comunità e mondo dell’associazionismo in un’unica voce di gratitudine e speranza.

A condurre la serata, con la consueta eleganza, è stata Valeria Longo, storica presentatrice del Premio, che ha accompagnato il pubblico attraverso i diversi momenti dell’incontro.

L’apertura con il saluto di monsignor D’Anna

La cerimonia si è aperta con il saluto di monsignor Giacomo D’Anna, parroco della chiesa di Santa Maria d’Itria, che ha espresso profonda riconoscenza per l’iniziativa, accogliendo con gioia i presenti e sottolineando il valore della collaborazione tra comunità ecclesiale e associazioni culturali.

Le sue parole hanno richiamato lo spirito autentico di San Leo, “uomo di silenzio e di servizio, capace di unire la fede alla concretezza del bene”.

L’intervento dell’assessore Filippo Burrone.

È seguito il saluto dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Reggio Calabria, Filippo Burrone, che ha ringraziato l’Associazione Artemia per l’impegno nella promozione culturale e spirituale del territorio, ribadendo l’importanza di sostenere iniziative che custodiscono e rinnovano la memoria dei valori identitari della Calabria.

Antonio Zavettieri: il Premio come segno di gratitudine e di impegno

Dopo i saluti istituzionali, è intervenuto il dottor Antonio Zavettieri, presidente del Premio. Nel suo toccante intervento, Zavettieri ha ricordato la nascita del riconoscimento nel 2002 e la sua evoluzione nel corso degli anni.

«Il Premio San Leo – ha spiegato – nacque per onorare chi serve il bene comune e per diffondere la conoscenza e l’amore per il Santo oltre i confini dell’area grecanica. San Leo, patrono di Bova e di Africo, è il simbolo più autentico della spiritualità aspromontana: un uomo che seppe unire la preghiera al lavoro, la contemplazione al servizio, la fede all’azione».

Zavettieri ha ricordato anche il primo premiato, monsignor Ercole Lacava, da alcuni anni volato in cielo, al quale il pubblico ha rivolto un commosso applauso.

Ha poi spiegato la scelta di articolare oggi il Premio in tre sezioni – Cultura, Sociale e Spiritualità – «tre vie diverse ma ugualmente nobili, che rappresentano la speranza, la carità e la fede».

Il presidente ha infine rivolto un pensiero alla Calabria e all’area grecanica: «La vera devozione non è solo preghiera ma anche impegno. È responsabilità, è coraggio di costruire. Che San Leo continui a vegliare su di noi e sulla nostra terra, perché da qui continuino a nascere segni di bellezza, di giustizia e di speranza».

La riflessione di Fortunato Mangiola sulla spiritualità di San Leo

Ha preso quindi la parola il professor Fortunato Mangiola, presidente della giuria del Premio, che ha offerto un ampio approfondimento sulla spiritualità di San Leo e sulla tradizione dei monaci basiliani.

Ha ricordato come l’ordine, fondato da san Basilio nel IV secolo, si diffuse in Calabria tra l’VIII e il IX secolo, dando vita a una straordinaria stagione di fede e cultura.

«San Leo – ha detto Mangiola – seppe incarnare pienamente l’ideale basiliano: povertà, preghiera, lavoro e carità. La sua santità si manifestava nel quotidiano, nella resina trasformata in pane per i poveri, segno di un amore concreto e operoso».

Il professore ha poi sottolineato come il culto del Santo resti oggi vivo e condiviso tra Bova e Africo, simbolo di un legame spirituale che attraversa i secoli.

I riconoscimenti 2025: tre testimoni di valore

Dopo gli interventi, si è entrati nel cuore della cerimonia con la consegna dei premi:

Il Premio San Leo per l’Impegno Culturale 2025 è stato conferito alla dottoressa Orsola Foti per il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio librario e nella promozione della conoscenza.

La motivazione è stata letta da Crocetta Gallo. Hanno consegnato la targa la presidente dell’Associazione Giovanna Versace e il professor Fortunato Mangiola.

Il Premio San Leo per l’Impegno Sociale 2025 è stato assegnato al professor Santo Caserta per la sua lunga attività nel volontariato e nella solidarietà verso i più deboli. La motivazione è stata letta da Franca Longo. Hanno consegnato la targa l’Assessore Filippo Burrone e monsignor Giacomo D’Anna.

Il Premio San Leo per l’Impegno Spirituale 2025 è stato attribuito a suor Daniela Maesano, per la sua testimonianza di fede e la sua opera a servizio del prossimo. La motivazione è stata letta da Teresa Fiumanò. Hanno consegnato la targa la presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria Loreley Rosita Borruto e il presidente del Premio Antonio Zavettieri. Applausi e commozione hanno accompagnato ogni momento della cerimonia, culminata nella foto di gruppo finale, simbolo dell’unione tra fede, cultura e impegno civile. 

Un ponte tra passato e futuro

La serata si è chiusa tra emozione e riconoscenza, nel segno di San Leo, santo compatrono dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova, “uomo ponte” capace di unire generazioni e comunità.  Il Premio San Leo 2025 ha rinnovato così il suo messaggio più profondo: la luce del bene continua a brillare ogni volta che la fede diventa servizio, che la cultura diventa dialogo, che la carità diventa vita concreta.