
«Con le ultime vicende amministrative si è toccato il punto più basso di una gestione che, per quasi dodici anni, ha tenuto Reggio Calabria in ostaggio di logiche di potere e interessi personali. L’Amministrazione Falcomatà chiude il proprio ciclo politico nel modo più disastroso, confermando tutte le peggiori previsioni sul fallimento di un progetto ormai imploso su sé stesso.»
Così il Segretario regionale di Alternativa Popolare, Massimo Ripepi, commenta le ultime nomine e le manovre interne al Comune di Reggio Calabria che vedono ancora una volta protagonista il Sindaco Giuseppe Falcomatà e un Partito Democratico allo sbando.
«Assistiamo», continua Ripepi, «a un vergognoso spettacolo di vendette personali e di spartizioni, dove gli incarichi pubblici vengono usati come merce di scambio per ripagare fedeltà e servilismi. Falcomatà, escluso da ogni ruolo di rilievo nel suo stesso partito, reagisce piazzando capi elettori, lacchè e parenti nei vertici comunali e nelle società partecipate. È la consacrazione di un sistema feudale che nulla ha a che vedere con l’interesse pubblico né con il merito.»
Secondo Ripepi, «il Partito Democratico, incapace di rinnovarsi e prigioniero dei suoi giochi di potere, certifica oggi il proprio fallimento politico e morale, insieme a quello del suo ex condottiero Giuseppe Falcomatà. La città, intanto, resta vittima di uno spettacolo indecoroso, fatta di veti incrociati, ripicche personali e un’amministrazione che pensa solo a garantirsi il controllo del potere fino all’ultimo giorno.»
«Vedere oggi la conferma del “vice distruttore” della città, Paolo Brunetti, come Sindaco facente funzioni per gli ultimi mesi, con una Giunta meno che mediocre, è una notizia da incubo che impone il massimo livello di vigilanza. Non solo l’opposizione ma tutta la cittadinanza attiva dovrà tenere alta l’attenzione, perché questi fedeli figliocci di Falcomatà utilizzeranno ogni residuo giorno del loro mandato non per il bene della città, ma per confezionare la miglior campagna elettorale possibile a favore di sé stessi e del loro padrone politico. Un copione già scritto che non possiamo più permetterci di subire in silenzio.»
«Noi di Alternativa Popolare», conclude Ripepi, «continueremo a denunciare con forza questo modo di intendere la politica come proprietà privata e non come servizio ai cittadini. È tempo di liberare Reggio Calabria da un sistema di potere logoro, arrogante e moralmente fallito.»
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