Regionali. Aiello (M5S) inizia la campagna elettorale: "Calabria in fondo alla classifica per colpa di chi ha governato prima"

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  29 novembre 2019 19:59

"Ci sono responsabilità sul perché la Calabria è in fondo a molte, troppe classifiche?". E' la domanda che pone, in una dichiarazione, Francesco Aiello, candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione. "Qualche numero - aggiunge - a mò di esempio. Il tasso di disoccupazione (21,6% nel 2017) è tre volte più elevato di quello (7,6%) dell'UE-28. La percentuale di comuni coperti dal servizio di asili nido è pari al 17%, contro una media nazionale del 52,9%. Per 100 bambini di età 0-2 anni, 1,8 sono presi a carico delle strutture (la media italiana è 12). Il Pil per abitante è di 17.200 euro, a fronte di una media Ue di trentamila euro. La spesa in Ricerca e Innovazione è pari allo 0,52% del Pil regionale (Piemonte 2,1%, Emilia Romagna 1,9%). Mi fermo qua. Ragioniamo sul quesito iniziale. Una buona quota di responsabilità è da attribuire a chi ci ha governato finora. Da cittadino ho sempre osservato la presenza di un sistema decisionale chiuso e autoreferenziale, in mano a pochi che nel tempo cambiano schieramento senza neanche pensare di dover dare una spiegazione ai propri elettori".

"Anche la classe dirigente - dice ancora Aiello - ha molte responsabilità. In molti casi, è inadeguata a gestire la complessità dei problemi a causa anche delle politiche di reclutamento orientate a premiare di più le appartenenze che le competenze. A queste persone abbiamo dato il potere di decidere delle nostre vite e, grazie alle loro scelte, oggi molti calabresi sono costretti a curarsi altrove, a cercare lavoro fuori regione, a vivere in un contesto socio-ambientale debole che allontana le imprese e nega i diritti di cittadinanza. Ma la responsabilità maggiore è nostra, di noi cittadini che non partecipiamo attivamente alla vita politica o, peggio ancora, che ci adattiamo a questo stato di cose cercando soluzioni individuali. Poiché ci sono delle responsabilità, lo sviluppo della Calabria non dipende da un destino baro e cieco. Si può fare qualcosa per cambiare".

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