Dopo il dibattito in Consiglio sulla data delle prossime elezioni regionali (leggi qui), il gruppo di Forza Italia insiste sulla scadenza naturale della legislatura a fine novembre. "La situazione complessiva della Calabria è talmente drammatica che anche un rinvio di due soli mesi delle elezioni potrebbe avere risvolti tragici e disastrosi. Solo un governo regionale nel pieno delle sue funzioni, legittimato da un voto popolare e con la prospettiva di cinque anni, può sperare di affrontare emergenze che rischiano di non essere più recuperabili. Ci riferiamo al sistema-rifiuti al limite del collasso, alla depurazione, alle infrastrutture, al rapporto con il Governo per un federalismo responsabile, alle politiche per il turismo e l’agricoltura. Il tirare a campare, magari per strappare qualche settimana di sopravvivenza della legislatura, non sarebbe compreso dall’opinione pubblica calabrese che si aspetta risposte certe, rapide e concrete".
"Anche se la legge assegna al presidente uscente la possibilità di indire le elezioni in un arco temporale che può arrivare fino ai primi di febbraio, riteniamo doveroso - scrivono Tallini, Parente, Gallo e Pedà- rivolgergli un pubblico appello perché anticipi tale scadenza, evitando alla Calabria il prolungamento di una lenta agonia istituzionale. Nessun egoismo personale o di partito potrebbe giustificare agli occhi dei cittadini il rinvio fino al limite massimo delle elezioni, senza contare che un voto nel cuore dell’inverno potrebbe favorire un’astensione massiccia dagli esiti imprevedibili per la tenuta democratica della Calabria. Siamo certi che il presidente Oliverio terrà nella debita considerazione queste nostre riflessioni che non nascono da un opportunismo di partito o di schieramento, poiché la fissazione delle elezioni regionali alla scadenza naturale (fine novembre) non avvantaggerebbe alcuno". "L’accostamento del caso Calabria all’Emilia Romagna non ci convince. Non esiste, da quel che ci risulta, alcun automatismo che imponga alla Calabria - sostengono i quattro di FI- di seguire le decisioni della Regione Emilia Romagna, né esiste alcun obbligo di una data comune. Ci attendiamo a breve un pronunciamento ufficiale e pubblico dell’on. Oliverio che servirebbe a dare certezze all’opinione pubblica e consentirebbe a tutti gli schieramenti di prepararsi legittimamente a questo delicato e decisivo impegno".
In mattinata era arrivata una precisazione del presidente Oliverio sul tema che riportiamo sotto.
"Stamane, a leggere alcuni commenti, abbiamo appreso che l’unica preoccupazione di molti calabresi sarebbe quella di conoscere la data delle prossime elezioni regionali. Ve li immaginate i nostri corregionali, alle prese ogni giorno con mille problemi, esclusivamente concentrati sulla data della prossima competizione elettorale?
E’ chiaro che si vuole alimentare una polemica per animare un dibattito balneare che aumenti la vendita delle copie dei giornali e getti ulteriori ombre e discredito sul Consiglio regionale, sulla politica e sui politici, facendoli apparire sempre più aggrappati alle poltrone ed impegnati solo e soltanto ad assicurarsi uno o due mesi in più di stipendio.
A riflettere con onestà ed imparzialità risulta a tutti evidente che un mese in più o in meno non cambia il corso della storia e non modifica i giudizi e le valutazioni degli elettori calabresi.
E ieri, se vogliamo raccontarla tutta al netto di forzature improprie e caricaturali, in Consiglio regionale non c’è stato, diversamente da come alcuni organi di informazione vorrebbero far apparire, alcuno scontro tra il partito delle elezioni a novembre e quello delle elezioni a febbraio.
Il presidente Oliverio, rispondendo ai “garbati” sostenitori di una chiusura più ravvicinata della consiliatura, non ha né nicchiato, né glissato e non è stato affatto sibillino, ma ha pronunciato, come al solito, parole chiare, limpide, cristalline, inequivocabili.
Secondo la legge - ha detto il presidente della Regione dopo aver smentito categoricamente tutte le voci secondo cui sarebbe stato chiesto un parere all’Avvocatura per procrastinare la data delle elezioni a febbraio- indire le elezioni è una prerogativa del Presidente della Giunta regionale. Io non ho chiesto alcun parere e non so a che possa servire. Ricordo, comunque che bisognerà concertare la data delle elezioni anche con l'Emilia Romagna, regione in cui si è votato lo stesso giorno della Calabria il 23 novembre del 2014. E’ una scelta di buon senso. E sulle scelte di buon senso non ci possono essere polemiche o divisioni.
La legge dice, a tal proposito, che il presidente della Regione ha 60 giorni di tempo per convocare le elezioni dalla data di insediamento del consiglio la cui prima seduta si è svolta il 4 dicembre del 2014.
Ognuno tragga le proprie conclusioni".
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