Regionali. La rigida organizzazione della Lega e il peso del simbolo

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  29 dicembre 2019 18:23

di GABRIELE RUBINO

Niente colpi di testa, il simbolo è “sacro” e rigida osservanza dell’organizzazione del partito. Non è il PCI dei vecchi tempi, ma la Lega Calabria chiamata alla prova elettorale fra meno di un mese. La testa di Matteo Salvini è sicuramente in Emilia-Romagna, dove, sempre il 26 gennaio, la leghista Lucia Borgonzoni proverà a scalzare Stefano Bonaccini per far tremare il governo giallo-rosso. Il test calabrese però serve al Carroccio per capire i margini di radicamento nel profondo Sud del paese, piazzando eletti a Palazzo Campanella ed amministratori con ruoli di gestione nella Cittadella.

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LA RIGIDA ORGANIZZAZIONE E L'IMPORTANZA DEL SIMBOLO- La composizione della lista della Lega sembra rispondere alla logica di non consegnare il partito ai ras locali. Meglio candidati “livellati” (LEGGI QUI LE LISTE DEL CENTRODESTRA). Gli aspiranti consiglieri regionali leghisti dovranno attenersi ad una sorta di decalogo “comportamentale” durante la campagna elettorale che sarà sotto stretta osservazione della segreteria del commissario Cristian Invernizzi. Dichiarazioni e propaganda oculate ed, in alcuni casi, preventivamente approvate. Un vademecum spiegato nell’incontro con i candidati. La scommessa è che molti calabresi sbarreranno il nome Salvini perché la Lega “tira” a livello nazionale. Il fattore simbolo, indipendentemente dalle singole preferenze, è stimato attorno all’8 per cento.

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IL FUOCO ANTI-LEGHISTA DEL CENTROSINISTRA- La campagna elettorale durerà una ventina di giorni. Entrerà nel vivo soltanto dopo l’Epifania. I tempi ultra-contingentati restringeranno lo spazio dei confronti, essendo tutti i candidati catapultati sui territori delle rispettive circoscrizioni per racimolare voti. Ciononostante, qualche giorno fa Pippo Callipo ed oggi Carlo Guccione del Pd attaccando esplicitamente la Lega hanno fatto intuire che uno dei topic più gettonati del centrosinistra potrebbe appunto alimentare l’avversione contro il partito di Salvini per “scongiurare la tentazione populista”. La Lega se lo aspetta ed è pronta a replicare che non ha mai governato in Calabria, a differenza delle altre forze politiche che non la hanno certo resa migliore. Chi avrà ragione lo diranno gli elettori.

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