Regionali, Oliverio: "Sulla mia ricandidatura decidano i cittadini"

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  09 agosto 2019 14:08

 

Governatore Calabria: non è prova muscolare, è democrazia

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"Per quanto riguarda la mia
ricandidatura, a dire se si è interrotto o meno un rapporto con
i calabresi devono essere gli stessi cittadini. Dico questo non
perché voglia fare prove muscolari o numeriche, ma perché sono
convinto che i primi a doversi esprimere debbano essere i
cittadini e i territori calabresi. Nessun soggetto può
sostituirsi a loro in questa valutazione che deve essere
compiuta anche in rapporto alle persone che si mettono in
campo".

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A dirlo il presidente della Regione Calabria Mario
Oliverio in merito alla sua ricandidatura alle prossime
regionali di autunno dopo che ieri il segretario del Pd Nicola
Zingaretti ha affermato che il partito gli chiederà un passo
indietro.

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"Allo stato - ha detto Oliverio ai giornalisti al termine
della riunione del Pd calabrese conclusa nella serata di ieri -
non mi pare che oltre al sottoscritto ci siano altri candidati.
Se ci sono lo dicano e si facciano avanti. Poi si vada davanti
ai calabresi e agli iscritti e si lasci a loro la facoltà di
decidere. Questa è l'unica e la più alta forma di democrazia che
conosco".

"Ringrazio il responsabile per
il Mezzogiorno del Pd Nicola Oddati - ha poi detto Oliverio -
per avere finalmente evidenziato le cose positive che abbiamo
realizzato. Finalmente qualcuno nel Pd, che in questi anni è
stato assolutamente assente, ha capito come abbiamo operato e
cosa abbiamo realizzato. Ciò che più mi soddisfa della riunione
è il fatto che la stragrande maggioranza di quanti sono
intervenuti abbia avanzato la richiesta di lasciare ai calabresi
la volontà di esprimere la loro indicazione sulle candidature,
così come avviene in tutte le altre regioni. Non vedo perché ciò
non debba avvenire anche in Calabria. Lo strumento delle
primarie mi sembra, in tal senso, una delle forme democratiche
più alte di partecipazione. Per quanto mi riguarda non mi sono
mai sentito fuori corsa. Lo dico non per affermare e difendere
una posizione personale, ma in rapporto al progetto che abbiamo
messo in campo in questi anni per far uscire la Calabria dal
pantano e per posizionarla sul binario della crescita e del
futuro. La nostra storia e il nostro impegno sul versante del
contrasto all'illegalità e alla criminalità sono noti a tutti e
le stesse vicende giudiziarie che mi vedono coinvolto nulla
hanno a che fare con rapporti o condizionamenti di
organizzazioni criminali, mafiose o 'ndranghetistiche né per
quanto mi riguarda, né per quanto riguarda il capogruppo
regionale del Pd Sebi Romeo che, come ha rilevato lo stesso
procuratore di Reggio Calabria, è fuori da rapporti con la cosca
Libri, oggetto di un'operazione giudiziaria nella quale Romeo è
stato ingiustamente coinvolto". 

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