Regionali. Il nodo candidature: Callipo lontano dal Pd e più vicino ai 5Stelle. Il consigliere dem Mirabello: "Rischiamo la sconfitta"

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Michele Mirabello

pezao politico

  01 novembre 2019 00:13

di ENZO COSENTINO

Quadro politico in Calabria sempre caotico e destabilizzante per la gente comune che ad alto numero per le prossime “regionali” continua a coniugare un verbo: “Io non voto”. Quasi che allontanarsi dall’esercizio di un diritto possa rappresentare uno scudo per evitare fregature. Ma queste volta bisogna riempire le urne di schede con la croce al posto giusto. Secondo “scienza e coscienza”. C’è chi vorrebbe suggerire: anche "secondo la cultura social”. Quando si voterà? Certamente nel 2020 (fra il 19 e il 26 gennaio) per cui Sante Feste salve dall’angoscia politica. C’è in questo senso una dichiarazione ufficiale fatta direttamente dal Presidente Oliverio: “In Emilia il presidente Bonaccini ha parlato del 26 gennaio come data ultima. Io nei prossimi giorni incontrerò i presidenti delle Corti d'appello e praticamente non potrò andare oltre quella data, mi sembra evidente”.

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Purtroppo dai partiti per bocca di chi li rappresenta arrivano valanghe di notizie che non colmano vuoti di conoscenza, che non aiutano a capire. Il partito più dilaniato da una lotta interna è il Pd sempre più diviso, in Calabria, fra sostenitori della (ri)candidatura a presidente di Mario Oliverio –che sembrano essere tanti e compatti- e quanti invece sono sulla barricata contro questa eventualità. Eventualità che gli oliveriani e lo stesso leader danno per scontata. Oliverio sarà in campo! Senza simbolo del Pd, ovviamente. Il governatore non a caso ha recentemente ribadito: “Mi auguro che il gruppo dirigente nazionale del Pd possa riflettere, ragionare, rimettere i piedi per terra e costruire soluzioni condivise con i territori e dai territori.”

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Un messaggio quasi certamente caduto nel vuoto perché il Pd dei Zingaretti (che dovendo marcare stretto Di Maio forse ha poco tempo da dedicare alla Calabria che invece in questo momento critico ha bisogno di concretezze) degli Oddati e del commissario regionale (dem costretti a stare sempre sotto tutela) Graziano ha deciso che Oliverio non può essere il cambiamento. E il nome del prescelto ad essere candidato presidente verrà reso noto nella prossima settimana quando il commissario regionale Graziano lo metterà sul tavolo della discussione nella riunione cui sono stati invitati tutti gli “stati generali” del Partito dem. Sarà un nome a sorpresa (a meno che Graziano non arrivi con una “rosa” di nomi per una decisione meno “piovuta dall’alto”). Non dovrebbe esservi fra i “petali” il nome dell’imprenditore Pippo Callipo che ha già detto quali sono le sue condizioni per scendere in campo e che escludono logiche ed interessi di partito. Posizione che lascerebbe intendere che invece Callipo è più vicino ai 5Stelle se Di Maio risolverà le diatribe interne in Calabria. E poi c’è la dichiarazione del segretario della Federazione di Cosenza, Guglielmelli, che ha collocato Pippo Callipo “nel campo del centrodestra e più precisamente in quello di Fratelli d'Italia".

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Che il Pd stia pericolosamente in mezzo al guado allo stato attuale lo asserisce anche il consigliere regionale Michele Mirabello che sostiene: "Leggendo le fondate indiscrezioni di stampa, che riportano di riunioni romane convocate con sedicenti 'big' del Partito Democratico calabrese, non posso che ribadire come e quanto questa impostazione politica continui a fare danni, in una situazione drammatica che invece richiederebbe sforzi unitari". Per Mirabello “Insistere nell'alimentare pericolose divisioni e continuare a scavare solchi dando credito esclusivamente a pezzi del partito calabrese, o peggio ai soliti protagonisti di processioni romane ed agli imbucati che predicano rinnovamento sempre e solo in terza persona, rischia di mandare tutti a sbattere.” Sostiene infine il consigliere Mirabello “che la delicatissima situazione politica calabrese, inserita in un altrettanto delicato processo nazionale, non possa continuare ad essere affrontata con criteri e modalità che si stanno rivelando distruttivi. Va prodotto uno sforzo unitario - che deve partire da segnali distensivi e non certo da gesti provocatori, nell'interesse di tutta la comunità democratica, di tutto il suo gruppo dirigente, nessuno escluso, e della Calabria in generale".

E nel centrodestra per il momento sulle ipotesi di candidature, soprattutto dopo il “no, grazie" del senatore Mangialavori (FI), è stata messa la sordina. Ma anche da questo versante sono prossimi gli squilli di tromba per dire ai calabresi chi sarà il condottiero del centrodestra in una Calabria che per lo schieramento Lega-FI- FdI e movimenti civici vorrå bissare il risultato dell’Umbria.

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