Rende, cittadinanza italiana per i due fratellini serbi non vedenti Marko e Branko

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images Rende, cittadinanza italiana per i due fratellini serbi non vedenti Marko e Branko
Corbelli con i fratelli nella loro casa di Rende, alcuni anni fa, in occasione del 18° compleanno di Branko, insieme anche ai loro genitori

Una bellissima iniziativa di solidarietà promossa e portata avanti ininterrottamente, dal giugno 2001 da Diritti Civili 

  09 ottobre 2023 17:27

Da 22 anni continua, in Calabria, la favola di Marko e Branko, i due fratellini serbi non vedenti, oggi baldi giovani, tolti, alla fine di giugno del 2001, quand’erano bambini, da una tenda vergogna a Vaglio Lise, alle porte di Cosenza, e grazie ad una straordinaria mobilitazione del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che va avanti ininterrottamente da oltre due decenni, portati e ospitati, da allora, in una casa messa gratuitamente a disposizione dal Comune di Rende.

“La nuova, bella notizia è che i due fratelli hanno finalmente ottenuto la tanto agognata cittadinanza italiana. Branko (che non vede purtroppo da nessuno dei due occhi), l’ha ottenuta lo scorso anno, mentre Marko (che, grazie alle diverse operazioni effettuate a Bologna, ha salvato e mantenuto la vista da un solo occhio) l’ha avuta di recente, come mi ha informato, telefonandomi pochi giorni fa, lo stesso Marko", afferma Corbelli.

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"Dopo il matrimonio, nel dicembre dello scorso anno, - prosegue - di uno dei due fratelli (Marko) adesso è arrivato quest’altro bellissimo regalo. Sono diventati cittadini italiani quei due bambini ciechi, che, oltre 20 anni fa, chiedevano l’elemosina ai semafori, davanti la stazione ferroviaria di Cosenza, e che, quando seppi della loro incredibile e drammatica vicenda umana, andai personalmente, il 30 giugno 2001, a prelevare togliendoli da quell’inferno e portandoli in un appartamento a Rende”.

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"Da quel lontano 2001, - spiega Corbelli - questa favola grazie ad una bellissima iniziativa umanitaria, promossa dal coordinatore di Diritti Civili, che commosse la Calabria (e non solo) e arrivò a coinvolgere, tra gli altri, anche l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che consentì di togliere i due bambini dalla capanna disumana all’ingresso di Cosenza, dov’erano nati e avevano vissuto, portati e ospitati, da allora, a Rende, in una casa, messa gratuitamente a disposizione dal comune rendese, grazie all’allora sindaco Sandro Principe (che subito accolse l’appello di Corbelli) e confermata dall’ultimo ex primo cittadino, Marcello Manna, e da tutti gli altri sindaci e amministratori che si sono succeduti in questi 20 anni e aiutati anche da una donna generosa, la signora Adele (deceduta diversi anni fa), e dal compianto presidente della Provincia di Cosenza, Antonio Acri e dall’ex assessore provinciale Antonella Laudadio, che diedero un contributo della Provincia alla poverissima famiglia. I due, all’epoca bambini, grazie all’ininterrotta iniziativa di Diritti Civili, vennero fatti di continuo visitare al reparto di Oculistica dell’Annunziata di Cosenza (che li ha sempre seguiti con particolare attenzione e grande sensibilità) e operare, più volte, a Bologna dal famoso luminare prof. Tassinari, furono fatti iscrivere a scuola, ottennero la pensioncina (che gli permette oggi di vivere) e vennero aiutati sempre in tutti questi ventidue anni a rimanere in Italia e non essere espulsi, insieme alla loro famiglia, grazie a dei permessi umanitari straordinari che Corbelli gli fece ottenere, con appelli, interventi e anche manifestazioni di protesta davanti alla Questura di Cosenza".

"I due fratelli si sono perfettamente integrati nell’ospitale e accogliente città rendese - e si sono anche entrambi diplomati. Branko alla Ragioneria di Rende e Marko all’Istituto Agrario di Cosenza. “Delle mille battaglie civili e grandi iniziative umanitarie, nazionali e internazionali, che ho promosso in oltre 30 anni, quella di Marko e Branko è, dopo la difficile e fondamentale campagna per la pandemia, per difendere i diritti violati e fare opera di prevenzione per scongiurare altre tragedie e aiutare le persone ammalatesi dopo la puntura, che stiamo portando avanti insieme a La Verità da oltre due anni(campagna sempre seguita da questa testata La Nuova Calabria), la storia più importante a cui sono particolarmente legato e affezionato. Da 22 anni continuo a sentire, seguire  e aiutare quei due fratellini, che ho salvato facendo sì che avessero una vita dignitosa”, ha concluso Corbelli.

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