Residenze d'artista, a Catanzaro sperimentazione d'arte moderna mai vista prima

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images Residenze d'artista, a Catanzaro sperimentazione d'arte moderna mai vista prima

  13 settembre 2019 08:54

di MASSIMO PINNA

Catanzaro e dintorni, i luoghi della vita da un’angolazione mai vista prima.

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Arte moderna, ambiente e cultura per rileggere, rivedere i luoghi dell’anima in una contaminazione virtuosa tra caratteri identitari, relazionali, storici dei luoghi, affinché possano “trattenere” ed integrare, sottraendosi da consumazioni di superficie e da circolazioni accelerate. In una parola, Glocal, che più glocal non si può.

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Grande interesse artistico e sociale per le Residenze d’artista alla Fondazione Rocco Guglielmo, inserite nel progetto Glocal che, dal 2018, attraverso varie sezioni, mira alla crescita artistico-culturale del territorio locale, partendo dal basso, per riformare i luoghi della cultura, per permettere a varie fasce di utenti di riconoscersi in essi: obiettivo è quello di far emergere, attraverso lo scambio e la pratica dell’arte. Artisti italiani, come Roberto Ghezzi e Micaela Lattanzio e stranieri, come Florentia Martinez e Tomas Pizà che promuovono la sperimentazione e la ricerca, in sinergia con altri partner. Ecco la scelta coraggiosa e vincente della Fondazione Rocco Guglielmo. Il progetto è realizzato in collaborazione con l'Amministrazione Provinciale di Catanzaro, il Marca - Museo delle Arti di Catanzaro, Caravan SetUp di Bologna e Whitout Frontiers – Lunetta a Colori di Mantova. Gli artisti coinvolti nell’edizione del 2019, sono stati selezionati da Rocco Guglielmo, Simona Caramia, Simona Gavioli.

Tomas Pizà è l’artista spagnolo che nel mese di giugno ha lavorato a Catanzaro, realizzando una serie di pitture iconiche. Interpretando il paesaggio, combinando la conoscenza del territorio, la storia culturale con il presente, Pizà ha dipinto un ciclo di opere che riportano, in chiave emozionale, l’anima dei luoghi. L’opera che sarà esposta al Marca si inserisce nella più ampia ricerca dell’artista, impegnato da anni nello studio e nella restituzione di una cartografia del Mediterraneo Occidentale (e della luce mediterranea) in cui le architetture reali sono protagoniste.Da settembre Roberto Ghezzi, Florentia Martinez e Micaela Lattanzio sono a lavoro, nella realizzazione di opere che raccontano la città con le sue specificità geografiche, urbane, naturalistiche e umane. E così Martinez ha dato avvio a un lavoro relazionale, che recupera la pratica della scrittura, proponendo un dialogo con se stessi, silenzioso, ma potente, poiché ognuno è invitato a scrivere una o più lettere per raccontare i propri stati d’animo, i propri pensieri, i propri desideri sul futuro. Ogni lettera è custodita in un sacchetto di tessuto, cucito con un filo rosso, sospeso, ma sostenuto da una catena di “polmoncini” - così li definisce l’artista - che partendo dal soffitto giunge a terra, in un moto ascensionale, lento ed etereo. Lattanzio ha realizzato una mappatura cromatica della città di Catanzaro, con al centro il tessuto urbano con i suoi toni caratteristici, come il grigio dell’asfalto e gli amaranto delle abitazioni, che via via cedono il passo al verde della campagna, per arrivare al blu del mare. Utilizzando una tecnica affine a quella di un mosaico contemporaneo, l’artista accosta tessere circolari, di diametri differenti, che collocate alla stessa altezza e seguendo lo schema di Fibonacci a spirale, restituiscono la visione del capoluogo, diviso in frammenti, ma al contempo in una veduta satellitare totale, che spazia dal centro alla periferia, dalla montagna al lido.

La natura è coprotagonista della ricerca di Ghezzi, che ha installato nelle acque del fiume Corace delle tele bianche. Impressionate dagli agenti atmosferici, dai depositi delle acque e della terra, dalla luce del sole, le superfici delle tele hanno reagito agli impulsi esterni, tali che le opere sono diventate dei micro mondi, in continua evoluzione. Il risultato è una rappresentazione sintetica della realtà: una realtà in cui la sola linea d’orizzonte è sufficiente per raccontare un mondo intero.

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