di GRAZIA MONICA MARAZITI
Nel 1910, Umberto Boccioni pittore e scultore di origini calabresi realizzò il suo capolavoro futurista “la città che sale”. Il dipinto voleva essere la celebrazione della modernità, legata al progresso industriale e della frenetica crescita della città, in un vortice di movimento e luce. Oggi, lo sguardo su quel dipinto ci rivela lo scenario più infausto di quella visione futurista se pensiamo a ciò che è diventata la città di Catanzaro. Un luogo infernale, evocazione di una “Dite” dantesca dove regna l’illogico, il caos, l’inquinamento ambientale, la mancanza della dimensione umana. Questa è la città di Catanzaro oggi, quella “città dolente”, testimonianza di un’urbe obsoleta, refrattaria alla presenza umana, ben lontana dal modello di Smart City che si sta realizzando anche nei più piccoli centri cittadini.
La città che sale, Umberto Boccioni, 1910
Catanzaro non è “la città che sale”, piuttosto è “la città che scende” e non c’è bisogno di guardare classifiche, statistiche o algoritmi per averne contezza, basta ascoltare la voce di quei pochi sopravvissuti che ancora la popolano: cittadini a cui si limitano e si negano diritti fondamentali come il “diritto alla residenza”. Un’amministrazione che non “rimuove gli ostacoli” e non promuove il benessere dei suoi cittadini, compie una violazione dei principi costituzionali e si comporta come un nemico. Se qualcuno volesse verificare, può fare per esempio un giro in Via Spasari, in pieno centro; i residenti di questa zona sono eroi invisibili all’amministrazione cittadina, sono gli ultimi combattenti di una guerra solitaria e giornaliera contro le scelte schizofreniche e scellerate della goffa Armata Brancaleone che “governa” (si fa per dire) questa città e ha privato i suoi cittadini della possibilità di parcheggiare e accedere alla propria residenza.
L’assedio di Via Spasari è compiuto, qui il nemico ha presidiato il territorio con posti riservati su tutta la Via: una fila di parcheggi temporanei di 15 minuti per i commercianti, un parcheggio riservato al carico e scarico merci e, per finire, un’intera fila di parcheggi riservata alla polizia postale. Gli eroi invisibili, i residenti possono contare solo su quattro posti da spartire! L’informe Armata non li ha dimenticati, li ha discriminati.
Catanzaro oggi è ciò che nessuna città moderna dovrebbe essere, ha caratteristiche diametralmente opposte a quelle di una smart city, è l’espressione della degenerazione urbana, la parabola discendente di quella futuristica visione di città dipinta da Boccioni.
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