Rinascita Scott, è il giorno dell'udienza preliminare. Gratteri: "Pietra angolare nella conoscenza della ‘ndrangheta"

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Il magistrato Nicola Gratteri durante la conferenza stampa di dicembre dell'operazione "Rinascita Scott"
  11 settembre 2020 12:20

Oltre 250 avvocati, 452 imputati, 224 persone offese: sono i numeri da cui parte l'udienza preliminare "Rinascita Scott", il maxi blitz del dicembre 2019 e che ora vede 452 imputati tra presunti mafiosi, avvocati, politici, membri di forze dell'ordine e che si celebra nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, a Roma. A vario titolo, le accuse a carico degli imputati passano dal concorso esterno in associazione mafiosa all'estorsione, rapina, spaccio di sostanze stupefacenti, usura, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreto d'ufficio, abuso d'ufficio. Un elenco capace di riempire le oltre 342 pagine della richiesta di rinvio a giudizio notificate ad agosto scorso (LEGGI QUI). 

Rispetto all'ordinanza di custodia cautelare del 19 dicembre 2019, che colpì 416 indagati con 334 misure cautelari (circa 180 sono state sostituite o annullate dal Gip, Tdl o Cassazione), ora gli indagati sono aumentati: a giugno la Procura ha integrato l'operazione concentrandosi su un filone di droga proveniente dall'estero. Alla fine, tutto è confluito nella maxi indagine contro i Mancuso di Limbadi e il resto dell'organizzazione.

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"Questa indagine è una pietra angolare nella conoscenza della ‘ndrangheta e di questa nuova frontiera del crimine di matrice calabrese che si serve dei colletti bianchi per gestire il potere". Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, entrando nell'aula bunker del carcere di Rebibbia. 

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Gratteri ha sottolineato come “in questo processo c’è un’altissima percentuale di colletti bianchi e di quella che si definisce ‘zona grigia’, fatta di molti professionisti e uomini dello Stato infedeli che hanno consentito a questa mafia di pastori, caproni e gente rozza, con la forza della violenza e dei soldi della droga, di entrare mani e piedi nella pubblica amministrazione e nella gestione della cosa pubblica”. 

Gratteri si tiene lontano da paragoni con il maxi processo di Palermo contro Cosa Nostra: Non mi accosto a quei grandi uomini che sono stati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha spiegato Gratteri – ma questo è uno step di un disegno nato il 16 maggio del 2016, quando mi sono insediato alla Procura di Catanzaro. Da quel giorno, insieme ai miei collaboratori, abbiamo pensato di costruire questa tipologia di indagine, non con pochi indagati, ma che abbia l’intento di spiegare il disegno unitario di questa ‘ndrangheta asfissiante, che davvero toglie il respiro e il battito cardiaco alla gente”. 

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