Rinascita Scott. Il pentito reggino Iannò: “La cosca Mancuso autorizzata dalla Madonna di Polsi”

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images Rinascita Scott. Il pentito reggino Iannò: “La cosca Mancuso autorizzata dalla Madonna di Polsi”

  23 febbraio 2021 17:40

di EDOARDO CORASANITI


È di nuovo la parola “Crimine” al centro del processo “Rinascita Scott”, in corso a Lamezia Terme contro le cosche del Vibonese. Ad essere sentito in controesame, e quindi sottoposto alle domande delle difese, è Paolo Iannò, potente boss di Gallico e braccio destro del “Supremo” Pasquale Condello, arrestato il 26 dicembre 2000. 

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Il collaboratore di giustizia conosce i meccanismi e gli ingranaggi del suo territorio, il Reggino: omicidi, rapporti di forza, equilibri ‘ndranghetisci che Iannò confessa e spiega rispondendo alle domande degli avvocati Francesco Calabrese, Paride Scinica, Leopoldo Marchese, Diego Brancia. Per la Procura presente il pm Andrea Buzzelli.

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E poi c’è il Crimine: “Un locale provvisorio ma non ne conosco altri”. Le dichiarazioni del pentito segnano di nuovo una nuova differenza rispetto a quanto detto da altri collaboratori sul Crimine. 

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Mandamento, copiata, Santa (bastarda e non), commissioni: il controesame riavvolge il nastro della storia della criminalità organizzata di Reggio Calabria, della Piana e della Ionica per poi arrivare ai Mancuso di Limbadi. 

Senza dubbio, Iannò evidenzia che la famiglia di Luigi Mancuso e fratelli era riconosciuta alla “Maddonna di Polsi” anche “se non saprei dire da quando esattamente. Io l’ho saputo dal 1995 circa”. Ma per capire l’importanza della Madonna di Polsi (“la mamma che accoglieva”) bisogna sottolineare con il rosso un aspetto: solo chi era legittimato da Polsi si poteva acquisire maggiore autorevolezza. “Ogni anno tutte le famiglie di ‘ndrangheta della Calabria e del mondo si riunivano a Polsi in occasione della festa della Madonna. Un locale da qualsiasi parte sapeva che se avessero qualcosa da dire potevano fare conto a quella data. Per esempio, se qualcuno voleva aprire un locale di ‘ndrangheta perché il territorio era libero poteva farlo in quel periodo. Spesso partecipano tre soggetti per ogni famiglia”. 

Cos’altro sapeva dei Mancuso? “Che volevano allargarsi, che fossero vicino ai De Stefano”.

Nominati due nuovi periti per le intercettazioni e per un totale di 5 e 38 ausiliari. Avranno in totale 24 mesi: ogni mese dovranno relazionale al Tribunale. 
Rinviati al 18 marzo gli esami di Giuseppe Morano e Antonio Schettini. Saranno sentiti prima del collaboratore di giustizia principale del processo: Andrea Mantella. 

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