Rinascita Scott. Intervista al fratello di Maria Chindamo in aula bunker, la protesta degli avvocati

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  24 giugno 2021 15:54

Fuori programma, stamani, nell'aula bunker a Lamezia Terme, prima dell'inizio dell'udienza del processo Rinascita-Scott, contro le cosche mafiose del Vibonese. Il tutto è nato per la presenza di Vincenzo Chindamo, il fratello di Maria Chindamo, l'imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa nel nulla nel maggio 2016 e per la quale è in corso una indagine per omicidio. L'uomo stava rilasciando, nei pressi dell'area riservata alla stampa, una intervista nell'ambito di un documentario di caratura internazionale che Disney Channel sta realizzando sulla 'ndrangheta e, quindi, anche su "Rinascita Scott".

Una presenza, la sua, che ha provocato la reazione dei difensori di alcuni imputati aula che hanno manifestato il loro dissenso in apertura di udienza. Inoltre, spesso le retrovie dell'aula bunker diventano il palcoscenico di interviste, anticamera di programmi televisivi in prima serata. I legali hanno fatto notare anche che Chindamo non potesse accomodarsi tra i banchi degli avvocati ma, piuttosto, debba collocarsi tra il pubblico. 

Il presidente del collegio giudicante, Brigida Cavasino, ha ribadito che le riprese televisive in aula sono autorizzate salvo la diffusione che potrà avvenire a procedimento concluso.

"Mi sento profondamente amareggiato - ha commentato Vincenzo Chindamo - perché l'intervista è stata effettuata ben prima dell'inizio dell'udienza, tra l'altro in un momento in cui in aula c'erano pochissime persone. Tra l'altro, nel processo in questione non è trattata alcuna situazione che riguarda la scomparsa di mia sorella e pertanto fatico realmente a comprendere la motivazione che ha addotto gli avvocati ad avanzare dei rilievi così marcati". Su quanto avvenuto si sono dissociati sia il pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, che l'avvocato Giovanna Fronte, parte civile.

"Ma quanto fanno paura - ha detto quest'ultima - le parti offese? Fanno paura, tanta paura, anche se sono piccoli, magri, minuti, quasi invisibili perché consumati dal dolore e dal peso della domanda di giustizia che si portano sulle spalle. Fanno paura i loro passi, le loro ombre e il loro respiro. Sono parti eventuali nei processi. Senza di loro i processi non iniziano neppure. Dicono che si fanno avanti solo per ottenere i risarcimenti danni ma del danaro non hanno bisogno, anche perché non devono pagare le laute parcelle che richiedono i grossi avvocati. Fanno paura e quando si ha paura si invoca la legge". Il documentario della Disney sarà trasmesso sul suo nuovo canale on demand (Disney+), per la regia di Jacques Charmelot, giornalista francese e marito di Lilli Gruber. La produzione si avvarrà della collaborazione di Kairos Group, una Srl di Lamezia Terme leader del settore.

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