di EDOARDO CORASANITI
E’ l’ennesimo tentativo per farlo uscire dal carcere di Nuoro: questa volta per Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, la partita si gioca al Tribunale della Libertà attraverso l’appello cautelare presentato dopo il rigetto dell’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare del Giudice dell’indagine preliminare (LEGGI QUI).
I suoi legali, Guido Contestabile, Salvatore Staiano, Giovanni Arico, poggiano l’appello cautelare partendo dagli esiti favorevoli del provvedimento della Corte di Cassazione: annullamento senza rinvio dei reati fine (abuso d’ufficio e rilevazione di segreto d’ufficio) e riqualificazione da concorso esterno in associazione mafioso aggravata a semplice. Non più, dunque, per aver agevolato il boss Luigi Mancuso, ma per aver favorito l’organizzazione mafiosa. La misura cautelare però è rimasta la stessa, il carcere (LEGGI QUI LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE).
Episodi che lo scorso dicembre sono costati a Pittelli l'accusa di partecipazione all'associazione mafiosa. Qualificazione dettata a dicembre dal Gip Barbara Saccà, che ha aggravato la richiesta della Procura, la quale voleva l'arresto per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quest'ultima scia si è ritrovato il Tribunale della Libertà. Ad inizio gennaio ha riqualificato l'accusa riportandola a concorso esterno (LEGGI QUI IL RICORSO E I MOTIVI DEL RICORSO IN CASSAZIONE). (LEGGI QUI IL RICORSO AL RIESAME). Lette le motivazioni i legali hanno presentato il ricorso in Cassazione, che ha riqualificato e annullato i reati fine ma decidendo di far restare in carcere Pittelli. La settimana scorsa l’istanza al Gip, che dice ancora “no”. E ora non rimane che questo rimedio, il ricorso al tribunale della libertà che dovrà valutare le novità processuali e le circostanze questa volta indicate dalla Cassazione.
È il secondo tentativo tramite l’appello cautelare. Tra il Tribunale del Riesame e la Cassazione, infatti, il collegio difensivo a fine gennaio scorso ha giocato la stessa mossa con un'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare (299 cpp) al Gip Barbara Saccà, evidenziando la possibilità di eseguire la misura cautelare in un domicilio fuori regione e con il braccialetto elettronico. Il giudice dell'indagine preliminare ha rigettato: la misura cautelare del carcere era ritenuta “congrua e proporzionata rispetto alla pericolosità dell’indagato e al pericolo cautelare” (LEGGI QUI LA DECISIONE DEL GIP E LA PRIMA ISTANZA DEL COLLEGIO DIFENSIVO). L'istanza dunque viene rigettata e la palla a fine aprile passa al Tribunale della Libertà per l'appello cautelare. Stesso risultato: Pittelli resta in carcere.
Giancarlo Pittelli è indagato nell’ambito della maxi operazione anti ‘Ndrangheta “Rinascita Scott”, il blitz della Dda di Catanzaro che ha colpito 334 persone tra cui politici, avvocati, imprenditori, e affiliati di ‘Ndrangheta.
È il 19 dicembre scorso e Pittelli viene arrestato e portato in carcere: per gli inquirenti è il collante tra massoneria e la criminalità organizzata guidata dal presunto boss di Luigi Mancuso di Limbadi.
E dopo quasi 7 mesi, Pittelli è ancora lì: in carcere, a Nuoro.
Ma i suoi legali, come ribadito fin dall’inizio, non hanno smesso di credere che Giancarlo Pittelli sia “platealmente innocente”.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736