Rinascita Scott, Pittelli dal carcere: "Campagna mediatica mai vista. La lettera alla Carfagna? Non volevo interferire nel processo"

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Giancarlo Pittelli

L'avvocato Staiano: "Trattato come una pallina di Ping pong"

  20 dicembre 2021 11:29

di EDOARDO CORASANITI

"Dolore e mortificazione". Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex parlamentare detenuto nel carcere di Melfi, interviene per la prima volta nel processo "Rinascita Scott". Con voce un po' roca, al Tribunale di Vibo Valentia consegna quella che definisce la sua storia processuale degli ultimi due anni. Imputato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa (dei Mancuso di Limbadi), Pittelli interviene sulle ragioni che hanno determinato il suo ultimo trasferimento in un istituto penitenziario: la lettera inviata, dagli arresti domiciliari, alla ministra Mara Carfagna in cui avrebbe chiesto "di aiutarlo in qualunque modo". Una nota che ha fatto suonare l'allarme alla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri che ha chiesto al Tribunale di aggravare la misura degli arresti domiciliari e trasformarla in detenzione carceraria. Perché per i pm c'è un solo modo di leggere la lettera: un modo per interferire nel processo in corso di svolgimento nell'aula bunker di Lamezia Terme. 

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"Nemmeno quando voi ponete l'accento su alcune parti della lettera (accuse folli, ndr), io vi assicuro che non ho mai pensato di intervenire nel processo e né niente si riferisce al collegio". Per l'avvocato 68enne di Catanzaro, quello che sta subendo dal 19 dicembre 2019 è "un trattamento particolare ed immotivato". E ancora, Pittelli afferma di "essere stato sottoposto ad una campagna mediatica mai vista in 43 anni di professione". E promette che "proverò la mia estraneità e mi difenderò da accuse completamente false. Lo farò attraverso la produzione documentale che produrrò. Perché finora il nome compare solo negli atti, ma la mia voce non è mai stata ascoltata da nessuno”.

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Prima dell'intervento di Pittelli, uno dei suoi legali, l'avvocato Salvatore Staiano (difensore dell'ex parlamentare insieme a Guido Contestabile), ha chiesto al collegio di fare retromarcia: "Mandatelo a casa, sta subendo troppo. Trattato come una pallina di Ping pong". Per l'avvocato Staiano non c'è in alcun modo traccia "dell'inquinamento probatorio o tentativo di manipolazione. La lettera ad una ex amica rappresenta un grido di aiuto, ma non una chiara intenzione di incidere sul processo. Come sarebbe possibile per una parlamentare?". 


Infine il pubblico ministero, Andrea Mancuso, ha detto al collegio che nessun fatto nuovo è stato depositato oggi in aula. Per cui l'istanza della difesa, per la Procura, deve essere rigettata perché non ci sono motivi validi per sostenere la tesi della difesa. 

Le tre giudici, presiedute da Brigida Cavasino, hanno preso tempo e si sono riservate per decidere. 

 

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