Rischio "collasso" e pericolo inquinamento: come il depuratore è diventato una bomba ecologica

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Rischio "collasso" e pericolo inquinamento: come il depuratore è diventato una bomba ecologica
Il depuratore di Catanzaro Lido
  22 luglio 2019 16:30

di GABRIELE RUBINO

Mentre a Catanzaro Lido impazzava la protesta degli striscioni appesi sui balconi dai residenti adirati per il cattivo odore, tra giugno e luglio la situazione del depuratore emergeva in tutta la sua drammaticità. Ad ammetterlo è il carteggio fra il Comune e la Regione Calabria che nelle settimane scorse hanno interloquito per arrivare ad una “valutazione condivisa” delle criticità dell’impianto e all’individuazione dei primi interventi da attuare per evitare disastri. Questi documenti adesso spuntano per giustificare l’approvazione da parte della giunta municipale degli interventi di somma urgenza del valore di circa 466 mila euro (somma aumentata dopo una perizia di variante). La prima toppa per scongiurare pericoli all’incolumità pubblica e, probabilmente, un grave danno ambientale.

Banner

“L’IMPIANTO RISCHIA DI COLLASSARE, GLI SVERSAMENTI POSSONO ARRIVARE FINO ALLA COSTA”- Partiamo quasi dalla fine ricordando che il depuratore di Lido era già stato sottoposto a sequestro. Dal verbale, del 3 luglio scorso, redatto dal Rup del settore Gestione del territorio di Palazzo De Nobili Giacinto Massimiliano Tolomeo. A seguito di alcuni sopralluoghi effettuati a fine giugno, si certifica il permanere di «una condizione di rischio e pericolo imminente derivante dal collassamento dell’impianto di depurazione». Ragione sufficiente per disporre un immediato intervento per evitare «sversamenti incontrollati dei liquami sul suolo e – si legge nel verbale- sul corpo idrico recettore con conseguente inquinamento del tratto di costa interessato». I lavori saranno assegnati alla Soteco, la ditta che attualmente gestisce il depuratore. La Regione, poco prima (il 28 giugno), con una nota del dg del Dipartimento Presidenza Domenico Pallaria aveva “autorizzato” l’ente municipale ad utilizzare fino ad un massimo di 1,4 milioni di euro per i lavori urgenti, attingendo dalla torta di 14,5 milioni di euro che il Comune di Catanzaro avrebbe a disposizione per il più complessivo revamping dell’impianto.

Banner

CARENZE STRUTTURALI E LACUNE SULLA SICUREZZA- Ancora più allarmante è il verbale “congiunto”, Comune-Regione, di accertamento dello stato luoghi, notificato al Comune il primo luglio. In generale, «risultano essere in mediocre stato di conservazione», identica valutazione viene fatta per la sistemazione interna dell’impianto, per le opere in ferro e in ghisa e le strumentazioni di controllo e di comando. Le opere civili invece sono «in pessimo stato di conservazione e in alcune parti il ferro di armatura, essendo senza copriferro, è esposto all’azione corrosiva». Inoltre, l’impianto presenta «diverse lacune» per quanto riguarda le norme in materia di sicurezza. I rilievi riguardano la cartellonistica, la mancanza di ciambelle salvagente che devono essere presenti per ogni vasca di trattamento. Non risultavano presenti nemmeno «i dispositivi individuali di sicurezza quali imbracature, caschi, guanti e quanto altro necessario».

Banner

TUTTE LE ANOMALIE DEL DEPURATORE E IL CATTIVO ODORE- Il depuratore ha due linee di trattamento biologico (attive ma non completamente funzionanti). Tuttavia, il sistema era stato progettato per assolvere ai bisogni degli anni ’70 e ’80, ed oggi non è più adeguato. La piattaforma depurativa «non presenta la fase di denitrificazione», oltretutto «il palese sottodimensionamento dei reattori biologici impedisce – si legge nel documento- la scomposizione dell’ammoniaca presente dei liquami. Sono presenti n. 2 sedimentatori primari non attivi e non funzionanti, carichi di liquame e fango che causano esalazioni nauseabonde per probabili inneschi di putrefazione e conseguente produzione di idrogeno solforato». Ecco la spiegazione scientifica della puzza, che tanto fa arrabbiare i residenti. Per di più «la tubazione di ricircolo si presente fortemente corrosa con perdite diffuse». La soluzione indicata con gli interventi di somma urgenza è quella di riconfigurare «in modo modulare l’intera piattaforma depurativa utilizzando tutti i volumi disponibili, per la fase ossidativa». I lavori, in questa prima fase saranno comunque insufficienti, infatti si legge nel verbale: «Resterà comunque carente la linea fanghi». Presto partiranno i lavori approvati dalla giunta su un impianto che è diventato una potenziale bomba ecologica. 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner