di RITA TULELLI
"Non hanno passamontagna, né armi in mano. Eppure, sono pericolosi quanto un ladro in strada o un truffatore di quartiere: i criminali digitali di oggi colpiscono dietro uno schermo, e le loro vittime non si accorgono del pericolo fino a quando è troppo tardi. Hacker, truffatori online e manipolatori dei social stanno riscrivendo le regole del crimine, e la loro arma più potente non è la violenza fisica, ma la mente umana. Gli hacker sono i geni ribelli del mondo digitale.
Per loro, violare un sistema non è solo un crimine: è una sfida personale, un modo per dimostrare di essere più intelligenti di chi ha costruito le barriere. Dietro questa abilità tecnica, però, spesso si nasconde un narcisismo evidente: la convinzione di essere superiori alle istituzioni e di poter controllare il mondo attraverso il codice. L’isolamento sociale è quasi inevitabile. Ore e ore davanti allo schermo riducono il contatto umano e rafforzano quella freddezza che li rende capaci di “giocare” con sistemi complessi senza provare empatia. Diverso è il truffatore online, maestro nell’arte della manipolazione emotiva.
Non cerca falle nei sistemi, cerca falle nelle persone. È un osservatore attento, capace di leggere desideri, paure e ingenuità, per poi trasformarle in guadagno. L’intelligenza sociale è il suo punto di forza: sa come conquistare fiducia, mostrarsi empatico e convincere la vittima a cedere. Ma dietro questa abilità si nasconde una progressiva assenza di scrupoli: chi cade nelle sue trappole non è più un essere umano, ma uno strumento. Infine c’è il manipolatore digitale, la figura più subdola e spesso invisibile. Influencer, leader di community online, creatore di fake news: il suo potere non è il denaro, ma la capacità di influenzare migliaia di persone con un post, un video o un messaggio ben calibrato. La sua forza risiede nel carisma e nella conoscenza profonda della psicologia collettiva. La linea tra realtà e virtuale si dissolve: ogni like, ogni condivisione alimenta un senso di onnipotenza, fino a farlo credere intoccabile. Questi criminali affascinano e spaventano perché incarnano un paradosso inquietante: invisibili e isolati, hanno un potere enorme sulle persone e sulle organizzazioni. La loro vera arma non è tecnologica, ma psicologica.
Capire come pensano e cosa li muove è il primo passo per proteggersi. Non basta un antivirus aggiornato o un filtro anti-phishing: serve allenare lo spirito critico, sviluppare consapevolezza e imparare a riconoscere i segnali della manipolazione prima di cadere nella trappola. Il crimine digitale non è più solo un problema tecnico: è una sfida alla mente, alla fiducia e alla società intera. E chi non impara a difendersi rischia di diventare, inconsapevolmente, la prossima vittima".
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