Nelle farmacie territoriali dell'Asp di Catanzaro non sono reperibili alcuni prodotti essenziali per la cura dei pazienti. La puntualità nel reperimento dei farmaci è fondamentale per la continuità delle cure. Il caso non sembra essere isolato. L'associazione I Quartieri denuncia pubblicamente delle disfunzioni che, a quanto pare, potrebbero partire dall'ufficio Provveditorato sugli ordini e riversarsi poi sulle Farmacie Territoriali. Prova ne è stata la vicenda della signora Donatella che, affetta da lupus, ha dovuto attendere per giorni lo "sblocco" del suo farmaco.
"La denuncia pubblica che la signora Donatella ha fatto qualche giorno addietro, sul funzionamento della Farmacia Territoriale dell’Asp di Catanzaro brucia sulla pelle della malattia, ma soprattutto certifica una verità. Una verità che ha il sapore della preoccupazione sociale, quella che non tocca quanti governano l’Asp del capoluogo: quella di avere la memoria corta! Ma, oltre ad avere memoria corta e già questo diventa gravissimo, c’è il fondato dubbio che nei corridoi dell’Asp di Catanzaro il grado di irresponsabilità abbia ormai toccato livelli indicibili". Inizia così il duro attacco de I Quartieri.
"E’ questa un irresponsabilità sfacciata, soprattutto se alla richiesta, più che mai legittima come quella della signora Donatella, si risponde, quasi a voler sottolineare una distanza, che non c’è e non ci deve essere: “faccia reclamo”. Dire che siamo nel ridicolo è poca cosa, se poi realmente si pensa che di fatto si consumano, da parte di chi lo dice o di chi lo consente per il ruolo che esercitano rispetto ad un diritto costituzionale come la salute, una platea di reati, che sono certamente di ordine morale, ma in particolare di ordine penale. Questa irresponsabilità - prosegue l'associazione- mette a rischio la tutela della salute e trasforma i cittadini, che purtroppo ne hanno bisogno, in fantasmi di una sanità calabrese e catanzarese che brucia il denaro pubblico, con il bene placito di certa politica che facilita un probabile altro reato che diventa associativo, fatto di complici e di complicità diffuse".
"Che la sanità in Calabria sia ormai franata è fatto conclamato, per come è conclamato che le Asp territoriali, che mai hanno brillato per efficienza e per trasparenza, sono da sempre in linea con un quadro generale di degrado. Quel degrado rappresentato da un alto tasso di mafiosità – lo dice la Procura della Repubblica di Catanzaro – che ha portato al commissariamento dell’Asp cittadina, dove oggi però nonostante tutto si continua a pensare che ci sia un grado di intoccabilità e che il cittadino possa essere sbeffeggiato, secondo un “vizietto” consumato e consolidato dove la memoria fa sempre difetto.Già quella memoria difettosa e corta che nel 2018 aveva già segnato il cattivo funzionamento della Farmacia Territoriale, sprovvista di presidi farmacologici, anche salvavita, per un difetto di gestione di un nuovo software, almeno così fu detto… e che oggi, al netto di una giustificazione ridicola, si ripresenta nella sua gravità non garantendo a chi ne ha bisogno presidi medici, per un mancato approvvigionamento(?) Ma, se ieri il problema era di ordine informatico, oggi, almeno a quanto comunicano della Farmacia Territoriale di Catanzaro - punta l'indice l'associazione- è di volontà o di responsabilità, visto che si interrompe una continuità assistenziale certificata da piani terapeutici rilasciati da dirigenti medici della stessa Asp, perché sembrerebbe nelle alte sfere del provveditorato Asp, gli ordini per le forniture inoltrate dalla farmacia non trovano attenzione o continuità. Si palesa, forse, uno smarcato reato a danno dei malati che ne hanno bisogno? Noi questo non lo possiamo certificare, possiamo semmai chiedere alla Procura della Repubblica di Catanzaro di verificare, depositando a stretto giro un esposto/denuncia sui fatti narrati".
"Di certo - proseguono I Quartieri- possiamo rappresentare che tanti ammalati ai quali oggi non si garantiscono i presidi necessari per l’idratazione - quando si tratta di malattie neurodegenerative con deficit importanti come la disfagia – ieri, nel 2018, si era proposto di idratare - con terapie da infusione 3 giorni a settimana per 15 giorni - le persone, sia pure anziane, come se fossero delle “logorate carrette” da portare al distributore del carburante per riempire il serbatoio! Se questo è il grado di attenzione che riserva l’Asp di Catanzaro ai pazienti sul territorio, ieri come oggi, allora c’è poco di cui rallegrarsi e la denuncia della signora Donatella, insieme a quella di tanti altri che subiscono non avendo il coraggio di denunciare, diventa un evidenza preoccupante sulla quale la Procura della Repubblica è chiamata a fare la sua parte, cominciando dalla gestione e dal funzionamento delle Farmacie Territoriali che si richiamano all’Asp di Catanzaro. Quell’azione di legalità e di giustizia che qui da noi, a Catanzaro e dintorni, ormai si persegue solo attraverso la Magistratura, visto il clima che governa la sanità pubblica. Quella sanità che però, sempre all’interno delle mura cittadina, proclama la sua efficienza celebrando congressi e simposi sulla malattia, magari sulle nuove frontiere della geriatria moderna e poi declassa i suoi fruitori a dati statistici, con la stessa dignità di uno sfasciacarrozze. Però se questo non va bene…magari non ci resta che fare un reclamo! Quel reclamo che sta diventando corale, che non può celebrare o autocelebrare una sanità che non c’è. Dove i LEA sono sempre più aleatori. Dove la politica ha definitivamente finito di inquinare la medicina. Dove si tagliano posti letto necessari e si garantiscono presunti primariati che giocano al solitario sui computer dei reparti… perché solo questo sanno fare. Dove assistiamo a concorsi truccati, che vincono sempre i soliti rintracciabili nel perimetro dei noti politici. O peggio ancora, almeno sotto il profilo morale, si usano i pazienti, meglio ancora se anziani da lungodegenza, come un bancomat per ingrassare il proprio portafoglio sotto l’occhio benevolo e protettivo della politica catanzarese e calabrese".
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