“La notizia del “recupero” dei precari dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” che, grazie ad una nota interpretativa del Dipartimento Tutela Salute della Regione, potranno tornare a lavorare fino al 31 dicembre, è ovviamente una comunicazione positiva". E' quanto dichiara in una nota stampa Roberto Guerriero.
"Ma nel momento stesso in cui quelle professionalità di elevato spessore, - prosegue - che negli anni hanno imparato a conoscere ogni angolo dell’ospedale, i segreti della professione, si sono qualificati, sono diventati esperti garantendo servizi nelle corsie del nosocomio regionale, saranno arrivati comunque a termine del proprio percorso di lavoro avendo ben poco da festeggiare a Capodanno, cosa ne sarà di loro e cosa ne sarà dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio? Quello che accadrà se non sarà assunto personale, tenendo conto dell’esperienza dei precari e dei diritti maturati dagli idonei delle graduatorie sanitarie che aspettano da anni dopo aver vinto un concorso, lo abbiamo solamente intravisto: il preannunciato taglio di 43 posti letto, conseguenti alla eventuale riorganizzazione post esodo di 200 unità, è solamente rinviato".
"E’ di pochi giorni fa la notizia che Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha valutato la Ginecologia dell’Ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro come il primo e principale Centro calabrese per la diagnosi e la cura dei tumori della sfera riproduttiva femminile. Un Reparto modello - prosegue Guerriero - di integrazione che rischia di essere destrutturato, come il reparto di Nefrologia che sarebbe dimezzato, per non parlare dell’emergenza-urgenza, eccetera eccetera eccetera. Ecco: quando domani i sindacati e il commissario ad acta per il piano di rientro si ritroveranno attorno ad un tavolo per la prima delle riunioni tecniche concordate nell’incontro in Prefettura della scorsa settimana, comincino da questo punto fondamentale".
"Scongiurare il collasso dell’ospedale Pugliese-Ciaccio, - conclude Roberto Guerriero - che non è solo dei catanzaresi e dell’Area centrale della Calabria ma è di tutta la regione, è il primo obiettivo da raggiungere. La definizione del piano del fabbisogno del personale è il punto di partenza. Tutti gli interlocutori che maneggiano con cura la tutela del diritto alla salute dei cittadini di questa terra amara sono chiamati ad agire con urgenza e con grande senso di responsabilità, quella che impone la maturità di una classe dirigente che non può farsi influenzare da una campagna elettorale permanente che alla Calabria ha fatto solo danni. Il diritto alla salute e quindi alle cure non deve essere oggetto di scambio né di ricatto. Se non si parte con onestà da questa consapevolezza i tavoli serviranno solo a fare chiacchiere”.
(red.)
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