di ANNA TRAPASSO
"All'interno della mia esperienza nel Sud Italia ebbi a conoscere che cosa è realmente la poesia, ossia la vita". E' con le parole di Carlo Levi, artista e scrittore di assoluto rilievo (e non abbastanza studiato nelle nostre scuole) del secondo Novecento, che Andrea Perrotta, Ceo di e-bag, presenta al pubblico la mostra inaugurata al Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro. Una raccolta di opere della seconda metà del secolo scorso, da Guttuso al "nostro" Cefaly, capaci di raccontare un'Italia "spaccata", quella del dopoguerra, un'Italia resiliente, desiderosa di costruire una nuova narrazione: a colori. E così, particolarmente, anche il suo Meridione.
"Opere, collezioni, contesti. Roma, Guttuso e l’arte in Calabria intorno al 1953" : è questo il titolo del percorso espositivo inaugurato ieri e promosso dalla Fondazione Andrea Cefaly nelle sale del Complesso San Giovanni, che documenta la scena artistica calabrese degli anni Cinquanta del Novecento, in parte una riproposizione della grande e segnante mostra allestita a Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1953, "L’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia".
Curato da Maria Saveria Ruga, Alessandro Russo, Antonio Alessio Vatrano, con la collaborazione di Giorgio Motisi, l’evento rientra nel più ampio progetto Guttuso ed il mediterraneo pittorico. L'arte in Calabria e nel mezzogiorno - 1953, vincitore del finanziamento della Regione Calabria (POC Calabria 2014/2020, Azione 6.8.3, Avviso pubblico “Attività culturali 2023”, Linea 2 - Ambito “E-Mostre”), con il patrocinio del Comune di Catanzaro, che costituisce una nuova annualità dell’attività di ricerca Cefaly. Arte e politica in Calabria, avviata da alcuni anni dalla stessa Fondazione.
La mostra si articola in più sale che documentano la Calabria artistica nel fermento espositivo del secondo dopoguerra, attraverso una selezione di opere provenienti da prestigiose collezioni private, per la maggior parte inedite.
"I collezionisti privati sono molto importanti - afferma dunque Perrotta, durante la conferenza introduttiva moderata dal giornalista Edoardo Corasaniti - la loro voglia di 'far girare' le opere, farle ammirare, ci dà la possibilità di realizzare mostre importanti come questa. A livello di contenuti, la mostra nasce da un fil rouge che lega tutti questi artisti: incominciare a pensare cosa sarebbe stata l'Italia e cosa sarebbe dovuta essere, nel dopoguerra, dopo un conflitto che dilaniò il Paese. In quel contesto storico e sociale non era certo facile ricominciare, e in questo gli intellettuali furono determinanti, furono loro a gettare le basi per un nuovo inizio. Guttuso e Carlo Levi lo fecero con la poesia, in particolare amo soffermarmi su Carlo Levi, artista e scrittore, che all'interno de 'L'orologio' affiancò la narrazione degli eventi allo scandire incessante -quasi cinico- delle lancette di un orologio. Questa forma di narrazione a mio avviso anima l'intera mostra. Il San Giovanni in questi anni è stato luogo di grandi mostre originali, abbiamo cercato di non replicare cose già viste, permettendo a tanti autori, curatori e artisti di farsi conoscere evitando le cosiddette "mostre fotocopia" che si trovano in giro per l'Italia e che non generano nuovi indotti".
La sezione introduttiva della mostra presenta il rapporto instaurato dagli artisti calabresi attivi nella capitale con i protagonisti della Scuola romana, documentata da opere di Toti Scialoja, Giovanni Stradone, Nino Bertoletti, Antonio Vangelli, Carlo Quaglia e Orfeo Tamburi. In dialogo con queste opere, si distinguono un nucleo di disegni inediti di Achille Capizzano, una Testa dello scultore Ezio Roscitano e un Autoritratto di Andrea Alfano recentemente riemerso sul mercato antiquario.
Un affondo è dedicato a Renato Guttuso, il più noto dei pittori meridionali a quell’altezza cronologica e perno della formazione artistica della metà del secolo, attraverso un nucleo di opere rintracciate sul mercato collezionistico, in cui campeggia il Grande nudo. Le opere di Guttuso dialogano con Carlo Levi, documentato in mostra da un prezioso Autoritratto.
"Siamo spesso abituati a guardare il bicchiere mezzo vuoto - afferma l'assessore alla cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverdi - Ma è da dire che spesso anche le grandi città sono afflitte dagli stessi mali, perché purtroppo le municipalità soffrono la carenza di risorse finanziarie e risorse umane. Fortunatamente noi possiamo contare su un importante spirito collaborativo".
"Collaborazione" è la chiave di lettura anche per la Fondazione Cefaly, rappresentata da Ketty Cefaly, che ha garantito pubblicamente: "La Fondazione non intende solo promuovere quelle che sono le arti di Andrea Cefaly, ma vuole metterlo in relazione con gli altri pittori della sua epoca. Un grazie speciale a tutti coloro i quali hanno collaborato, molti dietro le quinte, a mettere su questa mostra, specie tanti giovani".
La mostra documenta inoltre l’importanza delle politiche straordinarie per il meridione del secondo dopoguerra e della partecipazione degli artisti calabresi. Nel percorso espositivo emergono ancora opere mai prima esposte, come Sotto la luna e Nudo di Giuseppe Rito, paesaggi di Maria Grandinetti Mancuso e Ugo Ortona. Inoltre, opere di Andrea Cefaly junior e Giuseppe Armocida costituiscono l’occasione per soffermarsi su due manifestazioni d’Arte istituite in Calabria agli inizi degli anni Cinquanta: il Premio di Pittura Città di Pizzo e il Premio Villa San Giovanni, entrambi con una spiccata attenzione alla pittura di paesaggio.
Il percorso prosegue con sezioni monografiche dedicate a Domenico Colao, Ugo Ortona, Saverio Gatto, Angelo Savelli, Andrea Cefaly junior e Andrea Alfano. Di quest’ultimo, si presenta il maggior numero di opere mai esposte, con un focus tematico su ritratti e paesaggi, databili tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
"Le politiche governative rivolte al meridione sono state straordinarie, e anche l'arte ha contribuito a questo racconto. La mostra si propone quindi quale occasione per una mappatura di contesti e di opere, di collezionisti e amatori attraverso un affondo nel patrimonio artistico calabrese intorno alla metà del Novecento in grado di delineare i contorni di una storia critica ancora da colmare, nel più ampio contesto della politica culturale del secondo dopoguerra. - ha affermato la curatrice Maria Saveria Ruga - In questo campeggia la figura di Renato Guttuso, una figura determinante dal punto di vista artistico e politico. Fondamentale il dialogo tra Guttuso e Levi, un dialogo tra opere, tra scritti e tra cataloghi. Riscopriamo così anche i viaggi che ha fatto al sud, in Calabria in particolare. Con lui, anche Alfano, Savelli, e anche alcuni disegni del primo Rotella; c'è anche una donna, espressione del panorama romano, Maria Grandinetti Mancuso. Sono tantissimi i linguaggi per una mostra che vuole incuriosire, aiutare a colmare alcune piccole lacune su un importante contesto cronologico, artistico e sociale".
"In fondo fare storia dell'arte significa inevitabilmente anche fare geografia dell'arte - ha aggiunto Giorgio Motisi - Così fa questa mostra: uno dei temi con cui dobbiamo fare i conti è il rapporto tra centro e periferie, spesso il risultato è qualcosa di estremamente proficuo e interessante. Credo che dalle sale di questa mostra emergeranno i tratti di un periodo paradigmatico, in cui la presenza di questi artisti è stata fonte e abbia prodotto risultati degni di nota soprattutto per la loro originalità nel contesto del meridione d'Italia. La chiave di lettura tra questi artisti è quella della "realtà". Per noi abitualmente "realismo" evoca fedeltà naturalistica. Per questi artisti significava fare i conti in maniera dialettica con la realtà intorno e confrontarsi con la realtà internazionale".
A concludere, Alessandro Russo ha evidenziato anch'egli l'inquadramento storico della mostra in "un periodo cruciale, che prende le mosse dai più importanti eventi culturali in quel momento in Italia, quando si stava costruendo un nuovo metodo di diffusione della cultura visiva".
Al via quindi il vernissage con un folto pubblico per una grande mostra che sarà accessibile gratuitamente fino al prossimo 9 maggio.
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