Chi si aspettava oggi un’accelerazione per chiudere i giochi sul candidato del centrodestra alle prossime Regionali calabresi è rimasto un po’ deluso. Il leader italiano più energico, nella sua discesa in terra calabra, prima a Lamezia e poi a Cosenza, ha frenato. Sia sui tempi e sia sul candidato: «È l’ultima delle mie preoccupazioni. Prima il progetto, il programma, la squadra e alla fine i nomi. Se dovessi esprimere un mio desiderio vorrei guardare avanti e non indietro. Possibilmente senza avere problemi extra-politici». Detta così – come ha fatto Salvini all’interno del teatro Morelli a Cosenza- può anche voler dire un nome mai spuntato fuori finora. Più realisticamente il patto si chiuderà dopo un’attenta pesatura dei curricula dei papabili governatori del centrodestra. Se proprio potesse scegliere, di nuovo: «Senza avere quel problema», che in una risposta invece data a Lamezia era stata più chiara, con la «giustizia».
Nei circa trenta minuti di comizio cosentino, mentre «fuori ci sono quei buontemponi dei centri sociali», ha arringato i calabresi chiedendo «di far vedere al mondo che qua c’è un popolo fiero, libero e onesto che ha voglia di riprendersi il suo futuro». «Il futuro della Calabria – ha continuato il Capitano- è in mano ai calabresi». Di sicuro quel futuro si baserà comunque sulle scelte dei nomi che saranno fatte a Roma. Soltanto i big di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia possono dipanare questa intricata matassa che si è creata nello schieramento favorito per il successo.
Salvini ha trovato il tempo di levarsi un sassolino dalla scarpa rivelando di aver «querelato quel tal signore dei 5 Stelle, Morra». La famosa querelle sull’utilizzo del crocefisso in terra calabrese esplosa proprio nel giorno dell’ultima discussione in Senato del Conte 1. Per il resto, il leader della Lega ha lanciato alcuni slogan sui temi ricorrenti della campagna elettorale. Punterà molto sulla sanità e sul lavoro. Ancora però non si è capito su quale candidato governatore. (g.r.)
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