di GABRIELE RUBINO
È soltanto una bozza, ma all’interno delle centonovanta pagine inviate qualche giorno fa dal dipartimento regionale della Salute al ministero c’è il nuovo Programma Operativo. Il ministero potrebbe ritoccarlo, ma, almeno per grandi linee, l’aggiornamento del piano di rientro per il triennio 2019-2021 è sostanzialmente pronto. In ogni caso, arriverà con estremo ritardo dato che il precedente è scaduto a dicembre dell’anno scorso. La latenza è stata stigmatizzata esplicitamente anche nell’ultima riunione del Tavolo Adduce del 4 aprile.
PERSONALE, IL TURN OVER RESTA A SALDO NEGATIVO- Dall’anteprima in possesso de lanuovacalabria.it, sul personale è inutile aspettarsi miracoli. Anzi, il turn over sarà al 100% soltanto nel 2021, mentre nel 2020 all’80% e nel 2019 al 60%. Le uscite sono stimate in 1.070 unità ogni anno. Il saldo fra entrate e uscite sarà quindi negativo. Lo stesso documento ricorda che dall’inizio del piano di rientro (2009) il numero dei dipendenti è sceso di 4 mila unità, arrivando parecchio sotto quota 20 mila (nel 2018 l’ultimo aggiornamento). Inoltre, rispetto alle assunzioni autorizzate negli ultimi anni dall’ex commissario Massimo Scura quelle effettivamente concretizzate dalle Asp e dalle aziende ospedaliere sono state solo del 48%. Meno della metà. L’altro grande problema che sarà attenzionato è la gestione del contezioso. Un “trapano” che tanti buchi ha lasciato nei conti ormai diventati un disastro (il preconsuntivo 2018 è arrivato a – 170 milioni di euro). Per arginare questa criticità, è prevista la costituzione di una task force e un monitoraggio costante delle cause di Asp e aziende ospedaliere.
RAFFORZAMENTO DEL DIPARTIMENTO SALUTE, AD OGGI CARENTE- Il programma parte da un bagno di realtà della Regione: nel dipartimento c’è una «dotazione complessiva di competenze tecniche e manageriali insufficienti, dal punto di vista quantitativo e qualitativo». Per questo, il primo obbiettivo dichiarato è quello di riformulare la governance della sanità regionale, fermo restando il regime commissariale. Sono previste profonde rimodulazioni organizzative e confronti più serrati con le singole aziende. I tecnici definiscono il nuovo dipartimento “a rete”. Come detto, il documento è una bozza, stilata dai funzionari regionali, dall'Agenas e dall'advisor Kpmg. Dopo il via libera del ministero, il commissario ad acta dovrà recepire il programma operativo con un decreto.
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