Sanità, Cisl Medici lancia l'allarme: "Azienda Pugliese di Catanzaro è a un passo dal collasso"

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Medici in corsia
  13 agosto 2022 10:43

"Il sistema delle cure nell’Azienda “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro è ad un passo dal collasso, basti pensare al reparto di medicina Covid senza medici ed alle condizioni lavorative dei medici del Pronto Soccorso e di altri reparti come la Geriatria, dove la carenza di medici mette a rischio perfino l’ordinario svolgimento dell’attività ambulatoriale. Eppure, c’è chi, del management, sembra vantarsi di aver risparmiato e di aver ridotto il debito aziendale. A questo Commissario si può sicuramente attribuire il titolo di “liquidatore” dell’Azienda “Pugliese Ciaccio”! Infatti, si è del parere che per assicurare il diritto alla salute dei cittadini non si può considerare un sistema delle cure ispirato a soli principi di economicità. Siffatto comportamento ha determinato crisi degli approvvigionamenti, condizioni di lavoro al limite con organici insufficienti, assenza di programmazione", si legge così in un comunicato di Nino Accorinti della Federazione CISL MEDICI Calabria.

"Sugli approvvigionamenti, ad inizio anno, sembra che a fronte dei ritardi accumulati dagli uffici competenti, siano state avviate procedure di acquisizione urgenti per la fornitura di dispositivi, presidi e materiali necessari per la copertura di due mesi di attività chirurgiche dell’Azienda. Il secondo step prevedeva l’allestimento delle procedure dei bandi di gara che se bandite avrebbero consentito, nelle more dell’espletamento delle gare, la stipula dei contratti ponte e la conseguente continuità delle forniture.
 Ciò sembra non sia ancora accaduto e pertanto, considerando la carenza di dispositivi e presidi, i dirigenti medici potrebbero essere costretti, al fine di non incorrere in responsabilità medico legali, ad indirizzare il paziente verso altre strutture dove sussistano le condizioni operative ed assistenziali più idonee. Nessun cambiamento di rotta del management anche sul fronte contrattuale.  Dal ritardo inaccettabile dell’attribuzione al personale della dirigenza medica e sanitaria delle premialità 2020/2021 alla mancata attribuzione delle indennità Covid, dal mancato pagamento delle prestazioni aggiuntive espletate per le attività di ricovero dei pazienti Covid alla mancata assegnazione degli incarichi di livello superiore a quello professionale, la condotta omissiva è sempre la medesima.

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Nondimeno, con la nota del 04.07.2022 il Commissario Procopio conferma, egli stesso, le violazioni contrattuali sul mancato avvio delle procedure di valutazione degli incarichi scaduti e la proroga degli stessi limitandone la durata, udite udite, fino all’integrazione con l’Azienda “incorporante” il Pugliese-Ciaccio.  Nessun confronto con le organizzazioni sindacali è stato avviato per definire la nuova graduazione delle funzioni, come erroneamente afferma il Commissario nella sua nota, mentre l’inerzia amministrativa è massima se si pensa ai ritardi nell’espletamento dei concorsi e nelle assunzioni dei sanitari come degli amministrativi. Basta accennare al concorso di Direttore dell’U.O. di Urologia, caratterizzato da un delicato e controverso iter procedurale, ed a quello di Oculistica, dove il secondo classificato, nominato vincitore malgrado vincoli di “affinità” imbarazzanti, si è dimesso per oscuri motivi. Solo adesso è stato indetto l’avviso per il conferimento di Direttore del Dipartimento Onco-ematologico dopo che per oltre due anni è stato assegnato ad un “referente esterno”, cioè al responsabile della struttura semplice della Direzione medica del “Ciaccio”, in violazione dell’art. 22 del CCNL 2016-2018. Ci sono, però, fondati dubbi che l’avviso de quo non sarà espletato prima dell’incorporazione nella “Mater Domini”, confermando i supposti singolari comportamenti del Commissario Procopio, dipendente dell’ASP di Vibo Valentia, nei confronti del medico della direzione sanitaria e del personale universitario. La CISL MEDICI stigmatizza l’operato del management e chiede un intervento delle istituzioni regionali per la sua rimozione. Non si possono più permettere condotte produttive di disservizi dell’assistenza destinata alla collettività e di violazione di norme in danno dei diritti del personale dell’Azienda “Pugliese Ciaccio”, che ha rivestito e riveste tuttora un ruolo centrale nel panorama sanitario calabrese", conclude Accorinti. 

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