Sanità. CSA-Cisal: "Ok la collaborazione del dipartimento ma dove sono finiti i 25 dipendenti per il commissario Longo?"

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Cittadella Regionale
  28 gennaio 2021 08:01

Pandemia, sanità calabrese in perenne difficoltà, catena di comando saltata. Non è proprio il momento di giochi di prestigio o semplici operazioni di facciata. Nelle settimane scorse abbiamo appreso – afferma il sindacato CSA-Cisal – di una delibera della Giunta regionale con cui il dipartimento Tutela della Salute sarebbe stato “messo a disposizione” del commissario ad acta Guido Longo per il perseguimento degli obiettivi del Piano di rientro dal disavanzo pregresso della Sanità calabrese. 

Purtroppo, ancora oggi possiamo basarci soltanto sul comunicato ufficiale diramato dall’Ufficio Stampa poiché il testo dell’atto licenziato dall’esecutivo regionale non è stato ancora pubblicato. Dunque, rimanendo a quanto riassunto pubblicamente, si sa che la delibera prende le mosse dal: “Decreto Calabria 2 (dl 150 del 2020) e affianca al commissario un contingente di personale largamente superiore al minimo previsto di 25 unità e che soddisfa pienamente la richiesta dello stesso Longo, espressa con una nota del 29 dicembre scorso”. Il calcolo dell’Amministrazione è che per Longo possa contare su circa “130 unità di personale, di cui 27 dirigenti, sia interni che in utilizzo”. Tutto a posto? La Regione ha assolto ai suoi obblighi?

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Fermo restando che la collaborazione fra Amministrazione e commissario governativo è un fattore positivo – che purtroppo in passato è stato largamente disatteso –, la delibera della Giunta sembra più che altro uno specchietto per allodole. Si annunciano cose scontate ma in realtà la sostanza sembra ancora lontana. Partiamo dal presupposto che non è un’invenzione dell’attuale Giunta il fatto di “mettere a disposizione” del commissario della sanità il personale del dipartimento Tutela della Salute. In realtà, è come se si dicesse che il dipartimento Lavoro è a disposizione dell’assessore al Lavoro. E questo, ovviamente, vale per tutte gli altri assessori e i relativi dipartimenti regionali. Il commissario della sanità calabrese è nominato dal governo per compiere determinate azioni: per tutte le funzioni indicate nella delibera di nomina del Consiglio dei ministri (per questo si chiama commissario ad acta), i competenti uffici regionali devono collaborare con Longo. Non c’è bisogno di alcuna delibera di Giunta che lo ribadisca. E questo è l’aspetto generale, ma entriamo nello specifico. Il comunicato dell’Ufficio Stampa fa riferimento alla norma del Decreto Calabria 2, la cui legge di conversione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre. Cosa prevede? “Il contingente minimo di personale messo a disposizione dalla regione Calabria è costituito da 25 unità di personale dotato di adeguata esperienza professionale, appartenente ai ruoli regionali in posizione di distacco obbligatorio o da acquisire tramite interpello, in posizione di comando, ai sensi dell'articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127, da enti pubblici regionali e da enti del servizio sanitario regionale”. Attenzione – fa notare il sindacato CSA-Cisal –, qui non si parla di una generica disponibilità, ma nel caso delle 25 unità dei ruoli regionali si cita esplicitamente l’istituto del “distacco obbligatorio”, lasciando intendere che tale contingente di lavoratori andrà a costituire la famosa “struttura commissariale” del prefetto Longo. A livello amministrativo e per i dipendenti eventualmente interessati cambia parecchio. Il commissario, nella nota del 29 dicembre, aveva formalmente richiesto le seguenti figure: 6 dirigenti amministrativi, 1 dirigente economista, 1 dirigente farmacista, 2 collaboratori economisti, 13 collaboratori amministrativi e 2 assistenti amministrativi. Siamo sicuri che tutte queste specifiche figure siano presenti all’interno del dipartimento? Volendo essere ottimisti, presumiamo di sì. Eppure, ad esempio sappiamo quanto sia importante tenere sotto controllo i conti della sanità calabrese. Il disavanzo è ancora fuori controllo e causa i principali problemi del servizio sanitario regionale, oltre che alla beffa per i calabresi di pagare più tasse con l’addizionale regionale all’Irpef maggiorata.

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Non sarà un caso se, sempre nella comunicazione dell’Ufficio stampa della Giunta, viene demandato al dirigente generale del dipartimento, Francesco Bevere: “l’adozione di ogni provvedimento per assicurare un’organizzazione complessiva degli uffici volta a garantire il rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”. E ancora “di valutare ulteriori eventuali esigenze che dovessero essere espresse dal commissario ad acta, per il puntuale svolgimento delle attività di sua competenza”. Cosa significa? Forse anche l’Amministrazione è a conoscenza del fatto che non basta il “mettere a disposizione del commissario della sanità il dipartimento Tutela della Salute” ed è necessario individuare esplicitamente le 25 unità “in distacco obbligatorio”? Non vorremmo che l’Amministrazione si fosse accorta di non essere stata in grado di reclutare il personale previsto dal Decreto Calabria 2, che ricordiamo essere una legge nazionale, e abbia partorito questa delibera giusto per sviare l’attenzione. Un modo per aggirare l’ostacolo. Ad ogni modo, speriamo vivamente – prosegue il sindacato CSA-Cisal – che questa procedura non abbia gli stessi risultati della fantomatica riorganizzazione del dipartimento Tutela della Salute annunciata dal dg Bevere. Ricordate i famosi 100 dipendenti aggiuntivi proclamati in audizione alla Camera dei deputati, poi diventati 60 dopo le interlocuzioni con gli altri direttori generali? Ebbene di quegli elenchi con tanto di personale suddiviso in base alle categorie (B, C e D), soltanto tre (2 categorie B e una D) hanno poi effettivamente preso servizio. Un vero e proprio flop. Anche quella un’operazione di facciata?

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Crediamo non sia proprio il caso di sbagliare di nuovo. Il commissario Guido Longo, in questo momento, è effettivamente lasciato solo. Oltre al titanico compito di risollevare la sanità calabrese, sui cui i suoi predecessori hanno fallito, deve anche gestire la parte sanitaria dell’emergenza Covid-19. Da ultimo, l’importantissima attuazione del Piano vaccinale. Per tutte queste ragioni ha bisogno del contingente di personale che risponda direttamente a lui e sia pronto a lavorare senza sosta. Si acceleri al più presto con la definizione dei nomi che faranno parte della struttura commissariale senza far ricorso ad imbellettate ma poco sostanziose delibere. A proposito, un atto così importante (questa delibera) come mai non è stato pubblicato ufficialmente e ci si è limitati al comunicato stampa. Sono passate due settimane (la seduta di Giunta era del 13 gennaio) ma ancora dell’atto non c’è traccia. Ma esiste o meno questa delibera? Come al solito l’Amministrazione si dimentica la Trasparenza. Invitiamo pertanto – conclude il sindacato CSA-Cisal –, la Responsabile dell’Anticorruzione a vigilare sulla corretta applicazione di questo fondamentale principio nell’attività in Regione Calabria.

 

 

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