Sanità, i manager 'calabresi' idonei a caccia della poltrona da dg nel Lazio

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Sanità 5
  29 ottobre 2020 19:29

di GABRIELE RUBINO

C'è un pizzico di Calabria nella corsa a diventare direttore generale di una delle aziende sanitarie del Lazio. Quest'oggi è stato reso noto l'elenco degli 'idonei' dopo la selezione estiva della commissione di esperti. Fra i calabresi in lizza per essere poi scelti dal presidente Nicola Zingaretti, ci sono l'attuale delegato regionale al Covid Antonio Belcastro, l'ex direttore sanitario del Gom di Reggio Calabria Antonio Bray, l'ex dg dell'Asp di Vibo Valentia Angela Caligiuri, l'attuale commissario straordinario dell'Annunziata di Cosenza Giuseppina Panizzoli, l'attuale direttore amministrativo dell'Asp di Vibo Valentia Elisabetta Rosa Tripodi.

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Non mancano vecchie conoscenze, come l'ex commissario dell'Asp di Crotone Gilberto Gentili, l'ex sub-commissario Thomas Schael e il mancato (anche se ci ritenta) commissario dei due ospedali di Catanzaro Isabella Mastrobuono. Profili che spuntano nelle selezioni delle poltrone che contano un po' dappertutto in Italia. Rimanendo nell'agone laziale, se la vedranno con un'altra sessantina di concorrenti che hanno superato come loro il 'filtro'. 

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Alcuni dei manager citati ha partecipato anche alla selezione, in corso, per diventare dg delle aziende della sanità calabrese (LEGGI QUI). Chiusa la fase dei colloqui, a questo punto la commissione di esperti nominati per la procedura calabrese dovrebbe stilare le rose di idonei delle singole aziende. Da questi elenchi poi la Giunta regionale dovrebbe pescare per conferire i vari incarichi. Un dossier che scotta, tanto che già il deputato del Movimento 5 Stelle Francesco Sapia ha praticamente 'diffidato' il presidente facente funzioni Nino Spirlì ad andare avanti poiché si tratterebbe di atto di straordinaria amministrazione, evocando il precedente del generale Pezzi nel non troppo lontano 2014. Ma come al solito la partita è molto più complicata di quanto sembri. Fra pochi giorni scadrà il Decreto Calabria. Inapplicato in molte misure ed emendato nella disciplina degli appalti, il nucleo essenziale della Legge Speciale per la Sanità Calabrese, presentato in pompa magna a Reggio Calabria dal governo Conte 1, era proprio una procedura di nomina dei vertici delle aziende, conferendo la golden share al commissario ad acta della sanità calabrese. Se venisse prorogato, pur con dei correttivi, è difficile immaginare un ritorno pieno delle competenze in capo al presidente della Giunta regionale. Potrebbe essere prevista anche la proroga degli attuali commissari straordinari per dare continuità alle aziende in questo periodo emergenziale. In un caso o nell'altro, la selezione regionale, che pure nasce dall'applicazione dello stesso Decreto Calabria in scadenza, rischia di rimanere un semplice esercizio amministrativo. 

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