Sanità in Calabria, le proposte e le richieste del consigliere regionale Pitaro

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L'avvocato Francesco Pitaro
  20 febbraio 2020 09:40

“Un dibattito vero, serrato e senza pregiudizi in Consiglio regionale sulla sanità che in Calabria è diventata il simbolo del fallimento  di decenni di politiche sciagurate il cui costo  si vorrebbe far cadere sulla pelle dei calabresi.  E’ quanto chiederò - afferma il consigliere regionale di ‘Io Resto in Calabria’ Francesco Pitaro - nella prima seduta dell’Assemblea regionale che, se la Presidente della Regione on. Santelli  lo consentirà, potrebbe svolgersi tra pochi giorni”.

Aggiunge Pitaro: “E’ evidente - come si evince dall’annunciata chiusura di 30 su 60 guardie mediche (LEGGI QUI) disposta dai commissari prefettizi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - che si intende  far cassa sulla pelle delle persone nell’illusione di abbattere - a Catanzaro e altrove -  l’enorme disavanzo costituito, per una buona parte, dagli interessi passivi, dalle spese legali e dalle procedure esecutive che gravano sui ritardati pagamenti dei fornitori. E’ una scelta  perdente, perché porta all’esasperazione i cittadini e non crea le condizioni per avere una sanità dignitosa. Occorre prendere atto che la  governance commissariale in Calabria invece di risolvere i problemi è diventata essa stessa un gigantesco problema”.

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Ad avviso del consigliere regionale: “Il dibattito in Consiglio spero possa concludersi con un documento orientato a contrastare il furore distruttivo delle guardie mediche nei distretti sanitari di Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato, ed essere, al contempo, finalizzato a: 1) chiedere alla Presidente della Regione un riassetto organizzativo del Dipartimento sanità della Regione al cui vertice ci si attende una professionalità che agisca non per tutelare l’appartenenza, ma  all’insegna del merito e dell’efficienza funzionale; 2) a concordare, col ministro della Sanità on. Speranza, ora che la legislazione lo consente, l’attribuzione alla Regione di ogni prerogativa sulla sanità. La politica -  in primis Consiglio e Giunta regionali - deve tornare a decidere. E ad assumersi  la responsabilità di andare oltre questa tormentata fase attraverso una programmazione che contemperi l’esigenza di abbattere il debito con il diritto costituzionale alla salute dei cittadini”. 

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