"Quanto afferma Furgiuele è di una gravità inaudita. Ha tutto il sapore di una minaccia tesa ad istigare una destabilizzazione democratica attraverso le pratiche eversive e reazionarie ben note ai 'Boia chi molla' di Reggio Calabria". Jasmine Cristallo, portavoce nazionale ed esponente calabrese delle Sardine, in una intervista all'AdnKronos, replica così alle parole del deputato della Lega, Domenico Furgiuele, che alla Camera, durante il suo intervento in Aula, ha detto che l'arrivo di un commissario alla Sanità come Gino Strada nella regione, potrebbe causare dei moti di ribellione come quelli del '70, scoppiati nel capoluogo calabrese. Nome quello del medico di Emergency, che la Cristallo ribadisce essere invece adeguato per la regione.
Ricordare "quelle pagine tristi e pericolose per tutta la storia della regione, acquista valore intimidatorio, ancora più grave perché scagliate nelle aule istituzionali", sottolinea la 38enne di Catanzaro. "È importante individuare i 'mandanti' di tale minaccia", dice ancora la sardina calabrese. Tra chi ha espresso contrarietà al nome di Strada, proposto al premier Conte proprio dal movimento nato a Bologna lo scorso novembre, c'è, in prima fila, Nino Spirlì, il leghista attualmente alla guida della Regione Calabria, dopo l'improvvisa scomparsa di Jole Santelli. "Spirlì è il trionfo dell'inadeguatezza e dell'avventurismo puro - sottolinea la Cristallo - una speciale degenerazione del salvinismo, semplicemente urticante".
Sul nome del medico di Emergency Gino Strada, Cristallo ribadisce che può essere quello giusto per la sua regione: "Noi da sempre supportiamo, sosteniamo e ci confrontiamo in maniera fattiva con Emergency e con i più stretti collaboratori di Gino Strada". Un dialogo "che in questo periodo è diventato intenso, sul tema dell'emergenza nazionale in generale e nella mia regione". "Noi - racconta - abbiamo ricevuto una loro disponibilità immediata ad un diretto coinvolgimento e intervento sul campo". Dialogo in piedi anche con le forze di governo: "Noi ci rapportiamo alla compagine governativa con valutazioni e proposte di volta in volta indirizzate a seconda delle responsabilità e dei ruoli che ciascuno riveste nell'esecutivo", dice ancora la portavoce delle Sardine, spiegando che non c'è solo una riflessione avviata con il partito democratico di Zingaretti. Per le sardine bisogna ora fare una riflessione a tutto campo. Perché "la pandemia ha denudato contraddizioni e fatto comprendere che occorre più Stato soprattutto in presenza di chiarissime emergenze". Nel mirino del movimento "l'effetto disgregante della modifica del titolo V che ha inciso profondamente nella disparità fra regioni e nella lacerazione della stessa coesione sociale: un secessionismo strisciante che ha nell'autonomia differenziata il punto d'attacco", dice ancora l'esponente calabrese del movimento antisovranista, con implicito riferimento alle regioni che più di tutte stanno premendo per ampliare i margini di autonomia, a partire da Veneto, Lombardia, Liguria e Emilia Romagna.
L'attualità ha riportato in primo piano la vicenda di Autostrade. Torna alla mente lo scatto fotografico che ritrae Mattia Santori e gli altri fondatori delle Sardine con Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Con le Sardine che furono accusate di essere vicine ai 'poteri forti'. "Quella foto non mi apparteneva - dice Cristallo all'AdnKronos - . C'è stato un confronto duro e schietto che è servito a tutti, perché ha prodotto autocritica". "Oggi al centro torna la vicenda di Benetton e autostrade, si apprende di rapporti preesistenti tra Benetton e Lega e non per una foto ricordo sbagliata, ma per supposte transazioni finanziarie", attacca Cristallo. "Quanto emerge dalle intercettazioni diffuse, non consente più traccheggiamenti o equivoci temporeggiamenti. Il governo decida subito di rendere pubblica tutta la vicenda attivando tutte le procedure previste a tutela del paese e degli italiani avviando azioni di rivalsa per dare giustizia ai morti del ponte Morandi e quelli di Avellino", è la richiesta dell'esponente antisovranista.
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