Sanità. Torna l'incubo precari. Senza una norma nazionale ci saranno "buchi" negli ospedali. Numeri da paura a Catanzaro

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L'ospedale "Pugliese Ciaccio"
  03 dicembre 2019 15:53

di GABRIELE RUBINO

La paura fa 90, anzi 31 dicembre. Il D-Day della sanità calabrese si avvicina. Entro la fine dell’anno non ci sarà alcun appiglio “giuridico” per il mantenimento in servizio del personale con un contratto a tempo determinato. La permanenza si fonda su un verbale sottoscritto, prima dell’estate, fra struttura commissariale, sindacati e dipartimento regionale di Tutela della Salute. Sul dopo tutto è demandato alla “Speranza”, che il ministro mantenga fede all’impegno solenne di trovare un salvacondotto per i precari della sanità calabrese con un’apposita norma all’interno della Legge di Bilancio. In attesa, le aziende ospedaliere e le Asp devono però devono fare i conti a legislazione vigente e quindi senza possibilità di prevedere la stabilizzazione o ulteriori proroghe. Ad esempio, al Pugliese-Ciaccio sta tornando in voga la famosa delibera di “riorganizzazione”, adottata a metà ottobre, in cui si prospettava il taglio di ben 43 posti letto.

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I NUMERI DA PAURA NEGLI OSPEDALI DI CATANZARO- È vero che pochi giorni fa è stata perfezionata la “staffetta” fra i due ospedali di Catanzaro: 42 Oss e 13 infermieri precari che avevano superato i 48 mesi sono stati riassorbiti da Mater Domini (fino al 31 dicembre), mentre il Pugliese-Ciaccio ha attinto, in ugual numero, dalle graduatorie vigenti (con contratti fino al 28 febbraio). Tuttavia, resta aperto il fronte di tutti gli altri a tempo determinato. Le stime grossomodo coincidono con quelle già fatte nella delibera di riorganizzazione. Sono in bilico quindi 92 infermieri; 6 ostetriche, 6 tecnici (2 audiometristi, 2 perfusionisti e di laboratorio); 3 biologi e 17 medici. Il totale si aggira attorno alle 125 unità. Questa è comunque una proiezione parziale, il dg facente funzioni Nicola Pelle sta raccogliendo le informazioni più aggiornate e dopodiché presenterà la situazione alla struttura commissariale chiedendo lumi sul da farsi. A Mater Domini (dove non è stato affrontato il nodo dei 48 mesi) la situazione è molto pesante. Sulle montagne russe ballano una ventina di medici, 3 biologi, 12 tecnici di Radiologia (perdita sanguinosa) e il pacchetto di 92 Oss e 60 infermieri. Un contingente di circa 180 unità. Per infermieri e Oss restano comunque in piedi i concorsoni, anche alla luce dell’ultimissimo verbale sottoscritto lo scorso 7 novembre in cui si prevede che le procedure dovranno essere espletate entro la prima metà del 2020. Anche dell’Asp di Catanzaro arrivano segnali di perplessità sulla legittimità nel prorogare una ventina di contratti in scadenza proprio in questi giorni. Alla spicciolata, da tutti gli altri enti della sanità calabrese spunteranno fuori gli “scoperti” sul personale.

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LA PROMESSA DEL MINISTRO- La situazione è potenzialmente esplosiva. Come tutti sapevano fin dall’inizio della giostra, l’unico intervento risolutivo potrebbe arrivare dal governo. Il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe dato garanzie sul fatto che si troverà una soluzione. Magari lo annuncerà durante la sua visita in Calabria che dovrebbe avvenire tra una decina di giorni. Nel frattempo torna la paura dei contratti a tempo determinato.      

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