Sant'Anna Hospital. Rifondazione Comunista: "Salvare professionalità e posti di lavoro"

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Il simbolo del partito della Rifondazione comunista
  06 gennaio 2021 17:27

Il Partito della Rifondazione Comunista calabrese esprime piena solidarietà alla lotta che i dipendenti del Sant’Anna stanno portando avanti da più giorni, come dimostra il presidio dei lavoratori e lavoratrici USB.

"Sono ormai giorni che - si legge nella nota di Pino Scarpelli, segretario regionale Rifondazione Comunista Calabria e Mario Sinopoli, segretario provinciale Rifondazione Comunista Catanzaro -  in quella struttura sono bloccati i ricoveri e le attività ambulatoriali e, dopo che gli ultimi pazienti ancora ricoverati saranno dimessi, non ci saranno più pazienti da accogliere. L’intero personale, medici, infermieri, OSS, amministrativi saranno licenziati. Una iattura che va in ogni modo evitata, nonostante l’incuria che gli organismi politici stanno dimostrando. Ieri doveva svolgersi in Regione un incontro tra i vertici dell’ASP e del Governo Regionale, le maestranze e i proprietari, ma nulla è avvenuto. Regione e proprietà non si sono presentati all’incontro che doveva mettere a punto una soluzione e impedire che dal prossimo febbraio si arrivasse al licenziamento del personale."

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"Un fatto gravissimo - denunciano - che non può passare sotto silenzio. Il mancato rinnovo della convenzione creerà problemi seri alla popolazione, in quanto le strutture esistenti, comprese quelle della provincia di Cosenza, non saranno sufficienti ad accogliere sia le persone che normalmente vengono ricoverate ogni anno che quelle che vengono visitate nelle attività ambulatoriali. Queste persone saranno costrette a rivolgersi a strutture al di fuori della nostra Regione. Al di là del danno economico che la Calabria subirà, quello più importante si riverserà sui cittadini che non avranno le possibilità economiche per potersi curare altrove. L’emergenza Covid ha già creato gravissimi ritardi nell’assistenza a pazienti, anche nei controlli clinici programmati, come chi soffre di patologie gravi (malati oncologici e cardiopatici). L’unica soluzione praticabile a questo punto è rappresentata dall’aggregazione del Sant’Anna nelle strutture pubbliche. Questa deve essere la parola d’ordine attorno a cui coagulare le proteste e la solidarietà dell’intera cittadinanza calabrese. E questo per non sottacere minimamente i danni che la dirigenza privata del Sant’Anna ha provocato all’erario calabrese, come ha dimostrato l’inchiesta (9 ottobre 2020) della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha messo in evidenza la truffa perpetrata dai dirigenti della struttura che si facevano rimborsare per i servizi subintensivi, camuffati da servizi intensivi. È evidente che un possibile sbocco della crisi che salvaguardi i posti occupazionali non può che passare attraverso un passaggio della struttura al servizio sanitario pubblico".

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"D’altra parte, non si può nascondere - sottolineano - la grave impreparazione con cui la Regione Calabria sta affrontando la problematica delle vaccinazioni contro il Covid. Ieri erano state effettuate solamente 771 vaccinazioni. Oggi siamo a 2738, ma in percentuale la Calabria, con una copertura pari al 21%, resta ancora al palo insieme alla Lombardia. Le due Regioni, governate dal centrodestra, occupano ancora gli ultimi posti. Il commissario Longo ha dichiarato ieri che non è a conoscenza dei ritardi!"

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"Occorre ricordarlo a lui e al Presidente f.f. Spirlì! Il loro silenzio rischia di diventare complicità dell’inefficienza, in una situazione in cui l’organizzazione sanitaria ha bisogno di uno slancio che questa Giunta non riesce a dare.

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